* I video sul canale Filca di YouTube:
- IL RACCONTO DELLA MANIFESTAZIONE ATTRAVERSO LE IMMAGINI
- L’INTERVENTO DI DOMENICO PESENTI
- IL SERVIZIO DEL TG CISL (LABOR TV)
- IL TESTO DELL’INTERVENTO DI DOMENICO PESENTI
- IL RINGRAZIAMENTO DI PESENTI AI PARTECIPANTI (leggi)
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L’apertura di un tavolo di crisi e l’adozione di misure idonee al rilancio del comparto, che dall’inizio della crisi ha perso 300mila posti di lavoro. I sindacati, forti anche della presenza alla manifestazione dei tre segretari confederali Bonanni, Camusso e Angeletti, hanno presentato la piattaforma rivendicativa con le loro proposte per ridare fiato al settore delle costruzioni, nel segno della regolarità e della sicurezza del lavoro, della legalità , della qualità dell’impresa e per uno sviluppo sostenibile.
Il corteo, colorato, ricco di bandiere e striscioni, ha visto sfilare anche mezzi di lavoro come camion e betoniere, ed è partito da piazza Bocca della Verità per raggiungere l’Arco di Costantino, al Colosseo. Molto efficaci i 100 cartelloni esposti dagli stessi lavoratori, ognuno dei quali conteneva articoli di giornali locali che raccontano quotidianamente la profonda crisi del settore, un vero stillicidio che colpisce tutti indistintamente, nord e sud, piccole e grandi aziende. Nel corteo anche i lavoratori della Metro C di Roma, cantiere nel quale giovedì scorso è avvenuto l’ennesimo incidente mortale.
Dopo gli interventi dei tre delegati (Pasquale, ex lavoratore Tav di Napoli, Gazmir, escavatorista di una impresa edile di Perugia e Monica, cislina, dipendente di una aziende del legno di Treviso) è stata la volta dei segretari generali di categoria, Correale (Feneal-Uil), Schiavella (Fillea-Cgil) e Pesenti (Filca-Cisl). Quest’ultimo ha ribadito l’importanza di rivedere le normative su pensioni di anzianità e in materia di lavori pesanti e usuranti. “Non è possibile – ha detto dal palco – non fare distinzioni per l’età pensionabile tra i lavori come quelli in edilizia o nel settore delle cave e quelli del lavoro intellettuale, sia per la pesantezza del lavoro che per le aspettative di vita. Pesenti ha anche auspicato la revisione del Patto di stabilità per permettere agli enti locali virtuosi di investire in infrastrutture: ne gioverebbero sia la collettività, per le opere realizzate, che il settore edile e l’intera economia, per tutto l’indotto che le costruzioni riescono a mettere in movimento.
Tra gli altri punti ricordati dal segretario generale della Filca-Cisl anche l’attuazione della Patente a punti, indispensabile per una selezione delle imprese, a tutto vantaggio di quelle sane e quindi della regolarità del settore, il superamento del sistema del massimo ribasso negli appalti, che penalizza i lavoratori e la sicurezza dei cantieri, ed il rafforzamento degli incentivi destinati alla riqualificazione del patrimonio abitativo in una logica di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico, con l’avvio di una politica di rottamazione programmata e generalizzata degli edifici. Insomma, la parola d’ordine non è cementificazione ma riqualificazione. I comizi conclusivi sono stati affidati ai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.
Bonanni nel suo intervento ha definito le costruzioni “il carboidrato che arriva ai centri nervosi dell’economia e li stimola. La manifestazione è la risposta all’indifferenza delle istituzioni, qui ci sono le formiche che chiedono alle cicale di smettere di cantare”. Il leader della Cisl ha chiesto con forza di rimuovere la “vergogna degli appalti al massimo ribasso, che favoriscono le imprese colluse con la mafia o mafiose. A Monti che vuol essere europeo – ha detto – chiedo di fare una norma europea per abolire questo sistema. Bisogna investire nelle costruzioni – ha detto Bonanni – il Governo faccia concertazione e ascolti la voce di questo popolo pacifico e laborioso”. Bonanni ha ricordato la “vergogna delle partite Iva in edilizia”, vale a dire il fenomeno dei falsi lavoratori autonomi. Infine il leader Cisl si è rivolto al governo e alle regioni, che “devono aprire una discussione forte per levare le pastoie ai tanti appalti bloccati, di cui abbiamo bisogno per avere lavoro e dare forza all’economia”.