Roma, emergenza sicurezza e lavoro nero nei cantieri edili

Roma, emergenza sicurezza e lavoro nero nei cantieri edili

Roma
La denuncia della Filca della Capitale, dopo i tre infortuni mortali nel mese di giugno
Tre operai edili sono morti a Roma e provincia nel mese di giugno, nell’anno dedicato alla sicurezza sul lavoro nel settore dell’edilizia. E’ quanto rende noto Stefano Macale, segretario della Filca Cisl di Roma, che segnala il caso particolarmente grave di Stanislaw Swietkowskj, l’operaio polacco ucciso a bastonate per aver richiesto al suo datore di lavoro ottocento euro di paga, per il lavoro in nero svolto in un cantiere dell’Olgiata. Villalba di Tivooi e Bracciano i luoghi dove altri due operai sono morti in seguito ad infortuni sul lavoro. “Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – spiega Macale – purtroppo non riscontriamo novità positive. Anche nel 2003, nei primi sei mesi, infatti, tre lavoratori erano morti nei cantieri a Roma e in provincia. Ma in diversi casi, tra cui quello di Casal Bertone, dove è crollata una galleria in realizzazione nella tratta dell’alta velocità Roma-Napoli, solo fortuitamente è stata evitata una disgrazia”. Secondo Macale “nonostante che da anni il sindacato solleciti un coordinamento degli organi ispettivi, tutto tace e nell’indifferenza passano i mesi e continuiamo a contare i morti, 13 a Roma negli ultimi 13 mesi e 20 nel Lazio”. Da una ricerca del sindacato emerge che quattro operai edili su cinque sono inquadrati con le qualifiche più basse a causa del mercato nero e irregolare che sfugge ai controlli. A Roma solamente il 23% delle imprese (7.297 su 32.232) sono iscritte ad enti bilaterali e 6 operai su 10 affermano di non conoscere i servizi erogati dalla Cassa Edile o dall’Edilcassa. I lavoratori immigrati iscritti ai due enti sono 11.911 su 42.391 (meno del30%), per la maggior parte rumeni. All’ufficio vertenze della Filca si rivolgono spesso lavoratori immigrati che non conoscono il vero nome del datore di lavoro e la maggior parte di loro non intende promuovere una causa penale perché lo spettro dell’espulsione li costringe a scomparire nel nulla, anche se sono dalla parte della ragione. Intanto, per contrastare al massimo il lavoro nero in edilizia, ieri è stato firmato a Roma un protocollo d’intesa promosso dal prefetto di Roma, Achille Serra, che prevede il coordinamento di controlli da parte di Asl e Dpl (Direzione Provinciale del Lavoro) del Lazio.Firmatari dell’intesa, assieme al prefetto, l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Marco Verzaschi e il direttore provinciale del lavoro di Roma, Antonio Cela. “L’obiettivo principale consiste nell’intensificare e razionalizzare il controllo soprattutto per quanto riguarda i cantieri edili – ha spiegato Serra -. Oggi siamo riusciti a mettere in piedi questa organizzazione con le Asl, con la Regione e con la Direzione provinciale del lavoro. E’ una sorta di osservatorio. Fino ad ora si è lavorato, ma in maniera disorganica – ha aggiunto il prefetto – e credo siano sfuggiti al controllo molti cantieri”. Secondo i dati forniti da Verzaschi, nel Lazio sono diminuiti rispetto al 2000 gli incidenti mortali nei cantieri. Sono stati 17 nel 2000, 16 nel 2001, 7 nel 2002. “Per quanto riguarda i dati relativi al 2003 non sono ancora definitivi, in quanto si riferiscono ad incidenti in fase di accertamento – ha spiegato l’assessore – nel 2003 sono stati controllati 3.759 cantieri e 2.548 di questi (cioè il 67,8%) hanno ricevuto una contravvenzione. Le multe in totale sono state 4.367”. Perplessità sul protocollo da parte della Filca del Lazio, che mette in evidenza la mancata convocazione del sindacato all’iniziativa, “come pure degli enti bilaterali – precisa il responsabile degli edili Cisl laziali, Paolo Rigucci – .non si fa prevenzione escludendo, ma al contrario, mettendo intorno a un tavolo tutti gli attori che partecipano sul terreno della sicurezza. Abbiamo lamentato da sempre la mancanza di coordinamento tra le Asl e proposto, come enti bilaterali, di fornire il necessario know-how affinché si potesse fare effettivamente controllo e prevenzione”. Rigucci inserisce l’impegno del prefetto in un “vuoto”di iniziativa da parte della Regione Lazio, “che ha il dovere istituzionale di coordinare i lavori sul fronte della sicurezza del lavoro. Inoltre – conclude il sindacalista Filca – non si sa più nulla della proposta di legge, che giace da tempo alla Regione, per la costituzione dell’Arpis, l’Agenzia regionale per la prevenzione l’igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Francesco Tobia

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