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ROMA E LAZIO, EDILIZIA TRA FALLIMENTI E LAVORO NERO

ROMA E LAZIO, EDILIZIA TRA FALLIMENTI E LAVORO NERO

L’edilizia a Roma e nel Lazio sta lentamente dissolvendosi a causa di una crisi che dura da tre anni e che non sembra avere fine. L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Acer (associazione dei costruttori romani), Edoardo Bianchi e dal presidente dell’Ance (associazione nazionale delle casse edili), Stefano Petrucci. Dai dati presentati è emerso che a Roma e provincia nel periodo ottobre 2012-marzo 2013, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, sono fallite 774 imprese iscritte alla Cassa Edile, il 9,4% delle imprese totali iscritte, nello stesso periodo hanno perso il posto di lavoro 5.610 lavoratori iscritti alla Cassa Edile. Le ore lavorate sono calate di un ulteriore 19%, passando da 21milioni 260mila a 17milioni 269mila. A Roma e provincia dal 2009 ad oggi, il calo di attività ha superato il 31%, dal 2010 hanno perso il posto 14mila addetti e sono scomparse 1.800 imprese.
“I dati sono drammatici – commenta Andrea Cuccello, segretario generale della Filca di Roma e provincia -. Sono state lasciate senza lavoro decine di migliaia di operai, cifra che aumenta considerato l’indotto. In più i dati in questione fanno riferimento solamente alle aziende iscritte alla Cassa Edile. Sono fallite tante imprese, aumentano l’economia illegale, il lavoro nero e le ditte irregolari. Non vi è tempo da perdere , la disoccupazione nel settore delle costruzioni a Roma ha ormai raggiunto livelli di guardia anche dal punto di vista della tenuta sociale”. Il presidente dei costruttori romani, Edoardo Bianchi, propone ai nuovi amministratori di Roma Capitale di guardare verso tre ambiti prioritari ed emergenziali: manutenzione delle strade, in secondo luogo le scuole , perché la loro sicurezza e la qualità funzionale sono una questione di civiltà, infine la questione abitativa che va risolta dando una risposta concreta ad un’emergenza che cresce di giorno in giorno.
La situazione del settore edile delle altre 4 province laziali è altrettanto drammatica: a Frosinone e provincia dal 2010 ad oggi, hanno perso il posto di lavoro 3.500 operai e sono scomparse 440 imprese, con un calo rispettivamente del 35% e del 23,45%, così come le ore lavorate diminuite del 42,5% (da 4milioni184mila a 2milioni942mila). Anche a Latina e provincia, 1.900 operai dal 2010 non sono più occupati e hanno chiuso 334 aziende, con un calo delle ore lavorate da 3milioni260mila a 2milioni500mila. A Rieti e provincia sono rimasti senza lavoro più di 500 maestranze e sono fallite 180 imprese e le ore lavorate sono passate da 1milione 130mila a 789mila. A Viterbo e provincia gli operai rimasti senza lavoro sono 1.200, 300 le imprese che hanno cessato l’attività , in flessione negativa anche le ore lavorate da 2milioni78mila a 1milione263mila.
Per il segretario generale della Filca Cisl del Lazio, Stefano Macale, “in tre anni nel Lazio si sono persi 2lmila posti di lavoro, hanno chiuso 3mila aziende, la cassa integrazione ha cercato di mettere una pezza a questa situazione ma non si può pensare che le persone possano vivere a 800 euro al mese senza prospettive, occorrono nuove soluzioni”. Il presidente Ance Lazio, Stefano Petrucci ha chiesto maggiori investimenti per la ripresa del settore e di far partire nel più breve tempo possibile alcune opere ferme da anni, come la Orte-Civitavecchia, un lavoro appaltato dall’Anas e strategico per lo sviluppo del territorio, la cui gara è stata fatta l’anno scorso ma il lavoro non è stato ancora affidato.

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