“Prima la mancanza di risorse adeguate, ora la burocrazia: sembra non esserci pace per le costruzioni in Italia, nonostante ci sia un grandissimo bisogno di manutenere e potenziare il patrimonio infrastrutturale del Paese. I numeri rispecchiano fedelmente la situazione: ad oggi sarebbero fermi ben 9 miliardi di opere pubbliche previste dal Pnrr, tra cantieri ferroviari, idrici, stradali e portuali. Una situazione inaccettabile che rischia di farci perdere opportunità irripetibili, proprio come i finanziamenti previsti dai fondi europei”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale, commentando i dati diffusi nei giorni scorsi dall’Ance. “La situazione non fa eccezioni: da Trento a Palermo, passando per Roma, si registrano sempre le stesse criticità. Ad impedire l’avvio dei cantieri, o a bloccarne i lavori, sono in primis le lungaggini burocratiche. Ad oggi, nonostante la semplificazione, gli iter restano troppo lunghi e complessi, e spesso nelle stazioni appaltanti ‘si decide di non decidere’ per evitare problemi con la giustizia. A questo proposito – spiega Pelle – ben venga una riforma sul reato dell’abuso d’ufficio. Ma a preoccupare è la inadeguatezza di molte stazioni appaltanti nel progettare le opere, oltre alla tempistica: le fasi dedicate alla progettazione, all’assegnazione e alla partenza reale del lavoro nei cantieri sono ancora troppo estese. Emblematico il caso di Roma: nella Capitale risulta concluso solo lo 0,6% dei lavori per il Giubileo, nonostante questo evento mondiale inizi tra meno di 11 mesi. Mentre per il Pnrr la percentuale delle opere concluse sale all’11,1%: un dato ancora insufficiente a dare risposte alle esigenze dei cittadini. Per tutti questi motivi è indispensabile una decisa accelerata nel sistema delle costruzioni, ferma restando la qualità del lavoro, a partire dalla legalità e dalla sicurezza degli addetti”, conclude il segretario generale della Filca.