Appare sempre più vicina la firma per il rinnovo del contratto dell’edilizia, attesa da oltre 750mila addetti. L’ultimo incontro tra i sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil e le controparti Ance e Coop, tenutosi mercoledì, è servito ad aggiungere un ulteriore tassello, con l’accordo sui contratti a tempo determinato. Le parti hanno già fissato i prossimi incontro: il 21 maggio è in programma una ‘ristretta’ tecnica, che servirà a definire i testi, mentre il 3 giugno ci sarà un incontro in plenaria. Questi due ulteriori momenti di confronto serviranno a completare il quadro, con la discussione sulla responsabilità in solido (i costruttori chiedono una deroga) e sul salario. Su quest’ultimo si registra un piccolo progresso dell’Ance, che ha offerto 73 euro suddivisi in 65 di salario (al livello più basso) e 8 per l’adesione dei lavoratori al Fondo di previdenza integrativa Prevedi, reso obbligatorio da questo contratto. Negli incontri precedenti, inoltre, le parti avevano già raggiunto un accordo su due punti molto controversi come il Premio Ape (Anzianità Professionale Edile) e la riorganizzazione del sistema bilaterale. Per il primo sarà costituito un Fondo nazionale, che riceverà i versamenti dalle Casse edili territoriali. Per il secondo punto, invece, l’accordo prevede un processo di razionalizzazione e di accorpamento degli Enti bilaterali. Oggi il sistema poggia su te gambe: prestazioni (le Casse edili), formazione (il sistema delle Scuole edili) e sicurezza (i Cpt, Comitati paritetici territoriali). Giugno, quindi, potrebbe essere il mese decisivo per la firma del contratto, scaduto il 31 dicembre del 2012. La discussione tra le parti si sta dimostrando lunga e complessa, ed è stata segnata anche dalla rottura della trattativa e dallo sciopero nazionale di 8 ore del settore, il 13 dicembre scorso, quando decine di migliaia di edili manifestarono a Roma, Milano, Napoli e Palermo. La trattativa, inoltre, si svolge in uno dei momenti più drammatici per le costruzioni, con 750mila posti di lavoro persi dal 2008, il 50% del totale, e nessun segnale di ripresa.