“Il tentativo di alcune organizzazioni di bloccare i provvedimenti emessi per i cantieri della ricostruzione post-terremoto nel Centro Italia è da stigmatizzare senza alcuna esitazione. Attaccare e delegittimare un percorso virtuoso che ha come obiettivo la regolarità, la legalità e la sicurezza nei cantieri è sbagliato e dannoso, ci auguriamo che tutto si risolva in una bolla di sapone”. Lo dichiarano le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, commentando il ricorso al Tar Lazio con il quale si chiede l’annullamento dell’ordinanza del Commissario straordinario per la ricostruzione, che ha introdotto il Durc di congruità nei cantieri post-sisma. “Ci affidiamo alla giustizia italiana, nella quale crediamo fortemente, e ribadiamo che le misure introdotte dall’ordinanza hanno un valore immenso nella lotta allo sfruttamento dei lavoratori nei cantieri edili e alla concorrenza sleale tra le imprese. In particolare l’ordinanza del Commissario di governo alla ricostruzione afferma il rispetto della congruità nei cantieri, vale a dire il calcolo dell’incidenza della manodopera rispetto al valore dell’opera, e l’impiego di addetti ai quali va applicato il contratto nazionale dell’edilizia, per evitare il fenomeno del cosiddetto dumping contrattuale. Queste norme, rappresentano una delle più avanzate e concrete esperienze di contrasto preventivo al lavoro nero e all’illegalità, come già avvenuto nella ricostruzione in Umbria. Si tratta di strumenti indispensabili per favorire i professionisti seri e le imprese più corrette, e per garantire i diritti dei lavoratori e la qualità della ricostruzione”, hanno concluso Feneal, Filca, Fillea.