In provincia dell’Aquila ci sono 2300 operai del settore edile in cassa integrazione. Centinaia le domande di disoccupazione ancora al vaglio
dell’Inps. Tutto questo mentre sono iniziati i lavori per la ricostruzione dopo il terremoto che ha devastato il territorio il 6 aprile scorso.
“Le ditte impegnate nel progetto Case – accusa Pietro Di Natale, segretario regionale della Filca – devono tener conto degli operai della zona, rimasti senza lavoro. E’ all’Aquila e nei comuni limitrofi che bisogna attingere manodopera specializzata; quella impegnata nella realizzazione delle piattaforme per le nuove abitazioni arriva per lo più da fuori regione. La ricollocazione sul mercato degli operai che hanno perso il posto è un problema da affrontare subito, con il contributo fattivo di tutte le parti sociali”.
La Filca-Cisl rivolge un appello al pool di imprese vincitrici dell’appalto per la realizzazione dei lavori: “L’Aquila, per ripartire – dichiara ancora di Natale – necessita di nuove opportunità occupazionali, non di sussidi e assistenzialismo. Il comparto edile, nei prossimi anni, assorbirà la fetta più consistente di investimenti e costituirà il volano dell’economia locale. Il processo di ricostruzione delle città e del suo comprensorio porterà lavoro, occupazione e crescita per le imprese del settore. Tutto questo a patto che nella ricostruzione stessa siano inseriti a pieno titolo i lavoratori dell’edilizia e le imprese del settore che operano in Abruzzo”. Gli fa eco da Roma Riccardo Gentile, neo segretario nazionale con delega alal ricostruzione ed ex segretario generale della Filca abruzzese: “E’ arrivato il momento che le parti sociali, e quindi le organizzazioni sindacali, le imprese e gli Enti locali, tornino a riappropriarsi della contrattazione e della rinascita del territorio in modo da costruire un modello di sviluppo a livello nazionale, basato su regole certe. Come Filca, ed avvalendoci della professionalità del sistema delle Scuole edili, siamo fortemente impegnati da un lato ad organizzare una formazione professionale mirata per gli operai, dall’altro ad attivare corsi di formazione ad hoc per i tecnici comunali. E’ anche per questo motivo che abbiamo chiesto la costituzione di un tavolo tecnico tra tutte le parti sociali coinvolte nella ricostruzione”.