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Reti transeuropee, tempi più stretti per realizzarle

Reti transeuropee, tempi più stretti per realizzarle

TRASPORTI. Il piano di Van Miert all’esame del sindacato
ULTIMA chiamata per il Piano TEN /T , la Rete transeuropea di trasporto, progettata dall’ex commissario europeo ai Trasporti e alle Infrastrutture, Karel Van Miert . Un programma di investimenti pari a oltre 600 miliardi di euro da qui al 2020. Se entro la fine di aprile prossimo il Parlamento europeo non dovesse approvare le opere, dal 1° maggio con l’entrata nella Ue di dieci nuovi Paesi il piano potrebbe subire un lungo slittamento. A lanciare l’allarme è Paolo Costa , ex ministro dei Lavori Pubblici e attuale presidente della Commissione Trasporti del Parlamento di Strasburgo, intervenendo al convegno organizzato, ieri a Roma, dalla Filca e dalla Fit sul sistema delle infrastrutture e il destino dell’Italia. L’accordo politico del 5 dicembre 2003 del Consiglio d’Europa ha aperto la strada a un progetto di sviluppo che si muove anche verso i Paesi dell’Est e verso Sud. Le opere approvate sono quattro: l’asse ferroviario che collegherà Berlino a Verona, Milano, Bologna, Napoli, Messina e Palermo (includendo i lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto), l’asse ferroviario che unirà Lione a Trieste, Koper, Lubiana, Budapest, Frontiera ucraina (saranno coinvolti i grandi nodi intermodali come il sistema portuale di Genova, quello aeroportuale e interportuale di Torino, il macrohub di Milano, gli interporti di Padova, Verona e il sistema portuale di Trieste). Gli altri progetti riguardano le autostrade del mare. Una, dell’Europa sud-orientale, collegherà l’Adriatico allo Ionio e al Mediterraneo orientale (includendo Cipro). L’altra, dell’Europa sud-occidentale, unirà Spagna, Francia, Italia, Malta e si congiungerà con quella sud-orientale. Infine va segnalato un altro progetto ferroviario ( Lione-Genova-Basilea-Duisburg- Rotterdam e Antwerpen ). “Fermo restando che il sistema Ten-T è ambizioso e che i progetti debbono avere inizio entro il 2010 – ha detto nella sua relazione Domenico Pesenti , segretario generale della Filca – esistono però tre grosse difficoltà. La prima è quella del finanziamento. La Filca, la Fit e la Cisl hanno accettato e condiviso la finalità di eliminare gli ostacoli che si presentano puntualmente alla realizzazione delle infrastrutture strategiche del nostro Paese”. E l’approvazione del piano di infrastrutture strategiche (220 interventi per un totale complessivo di 126 miliardi di euro e una previsione di spesa nel periodo 2002-2004 di 24 miliardi di euro) è stata ben accolta dal sindacato “come un primo atto di cambiamento – ha aggiunto Pesenti – significativo nella politica infrastrutturale italiana”. L’altro punto delicato è quello del rapporto tra i progetti della rete transeuropea e i piani di sviluppo delle aree territoriali che saranno attraversate da essa. “In particolare – ha proseguito il segretario generale della Filca – i progetti attuativi dovranno essere elaborati in modo da favorire lo sviluppo economico equilibrato tra città e regioni e tra centro e periferia”. Il terzo punto critico riguarda il sistema imprenditoriale che dovrà realizzare e gestire le grandi opere. “L’opportunità che deriva all’Italia dal progetto di rete europea – ha spiegato Claudio Claudiani , segretario generale della Fit – rende necessaria l’attivazione di una vera politica industriale dei trasporti e della logistica. A questo proposito ribadiamo la necessità di avviare un confronto tra governo, imprese, parti sociali, per definire un nuovo, aggiornato patto condiviso”. Va coinvolto direttamente il mondo del lavoro “realizzando una sorta di Statuto dei lavori per tutto il comparto”. Perciò la Fit chiede di determinare una nuova governance del comparto “con la costituzione, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di un tavolo permanente tra istituzioni, parti economiche e sociali”. “La realizzazione della Rete transeuropea di trasporto – ha spiegato Raffaele Bonanni , segretario confederale Cisl – è importante per l’Italia vista la situazione critica in cui versano le autostrade, le ferrovie, i porti, gli aeroporti”.

Luca Tatarelli

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