REGGIO CALABRIA, "STRUMENTI SOCIALI CONTRO LE MAFIE"

REGGIO CALABRIA, "STRUMENTI SOCIALI CONTRO LE MAFIE"

Pignatone, Pesenti e Belmonte

“Reggio Calabria è la più importante tappa del ‘Progetto San Francesco’ nel mezzogiorno d’Italia, ed è anche il simbolo di una nuova unità nazionale costruita sui valori di giustizia e legalità grazie al sacrificio e all’impegno di tutti quelli che, lontani dai riflettori, lottano per la giustizia e la legalità”. Si è parlato di mafie e di strumenti sociali per debellarle ieri nella città calabrese, simbolo di un nuovo impegno antimafioso. Merito anche dell’impegno profuso dal sindacato attraverso il ‘Progetto San Francesco’, un percorso nazionale di legalità nato in casa Cisl.
L’occasione è stata offerta da un’iniziativa organizzata dal ‘Progetto’, e fortemente voluta dai ‘padroni di casa’, ovvero i segretari generali della Cisl Calabria, Paolo Tramonti e della Filca e del Siulp calabresi, Luciano Belmonte e Franco Caracciolo. Ospite d’onore è stato Giuseppe Pignatone, Procuratore Capo di Reggio Calabria, che traendo spunto da un’intercettazione ambientale, senza ovviamente mai citare i nomi dei ‘protagonisti’, ha sottolineato come ci sia grande preoccupazione degli uomini del disonore e dei boss della ‘ndrangheta nei confronti del movimento di civiltà e di progresso in atto in questo momento nella regione. “Nelle intercettazioni – ha detto Pignatone – è evidente quanto gli uomini delle ‘ndrine si preoccupino della condizione di fragilità della ‘ndrangheta, un tempo rispettata e oggi invece soltanto temuta. Sono consapevoli, questi criminali, di essere davanti ad un bivio che li porterà comunque alla fine”.
L’intervento centrale della manifestazione, voluta da Filca, Fiba e Siulp (presente ils egretario generale Felice Romano) e sostenuta dalla Cisl con la presenza del segretario confederale Luigi Sbarra, che dalla Calabria proviene, è stato utilizzato da Pignatone per ribadire la necessità di una nuova stagione della responsabilità della lotta alle mafie. “Un’azione repressiva non basta – ha detto – ma ci vuole anche un’azione culturale, politica ed economica”. Il segretario generale della Fiba, Giuseppe Gallo, ha rilanciato il decalogo contro le mafie presentato ieri, “dieci punti dai quali partire per realizzare un sogno”. Tra le proposte avanzate ci sono “l’abolizione dei paradisi fiscali e l’obbligo di esercizio dell’azione penale per il reato di falso in bilancio”, reato eliminato dal Governo Berlusconi. Domenico Pesenti, segretario generale della Filca, nella introduzione ai lavori ha ricordato quanto sia indispensabile che il Progetto San Francesco venga adottato da tutte le categorie della Cisl, e che possa trovare corrispondenza e azione comune fuori, in un nuovo “buon giorno nazionale”.
Gli ha fatto Francesco Cava, Presidente dell’Ance Calabria, per il quale “salvare le imprese per bene significa anche salvare il lavoro”. Sbarra ha invece rilanciato l’urgenza di un’azione comune molto ampia, “fondamentale per lo sviluppo delle riforme in materia di legalità e prevenzione. Il Progetto – ha concluso – deve essere aperto a tutte le categorie della confederazione, perché siamo un grande sindacato riformista”. Per il coordinatore del ‘Progetto San Francesco’, Alessandro De Lisi, “oggi nessuno può accampare scuse per non rischiare, per paura, per pavidità, poiché la mafia non aspetta e la giustizia impone certezze; serve il pool sociale antimafia, come voluto prima da Rocco Chinnici e poi da Nino Caponnetto”.

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