RDB, DAL DOPPIO INCONTRO AI MINISTERI FUMATA NERA PER IL FUTURO

RDB, DAL DOPPIO INCONTRO AI MINISTERI FUMATA NERA PER IL FUTURO

Si è risolto con un nulla di fatto il doppio incontro (al Ministero dello Sviluppo economico e al Ministero del Lavoro) sulla situazione alla Rdb, uno dei maggiori produttori italiani di laterizi e prefabbricati. Il Gruppo di Piacenza (18 stabilimenti in Italia, 1100 dipendenti dei quali la maggior parte in Cassa integrazione) sta attraversando una crisi senza precedenti che preoccupa non poco i sindacati. “La situazione è delicata – ammette Luciano Bettin, operatore della Filca-Cisl nazionale – ci sono troppe incognite e purtroppo ci stiamo preparando ad affrontare un confronto su un possibile piano di esuberi. Una eventualità non remota che porterebbe ad una discussione che ovviamente, per le conseguenze che avrà sui territori interessati, coinvolgerebbe anche i Comuni, le Province e le Regioni su cui insistono gli stabilimenti del Gruppo”.

Intanto c’è apprensione per il mancato pagamento delle retribuzioni del mese di giugno. “Sembrerebbe – dichiara Bettin – che gli istituti bancari abbiano sospeso le disposizioni di bonifico inviate dalla Rdb, una ‘mossa’ che rientrerebbe nell’attività di riorganizzazione del debito da parte del nuovo advisor, subentrato in queste ultime settimane con il compito di redigere il Piano di risanamento finanziario. Un ritardo, quello delle banche, che se venisse accertato costituirebbe un danno non da poco conto per i lavoratori”. La situazione è in continua evoluzione: l’incontro di ieri al Ministero del Lavoro, convocato per verificare la possibilità di Cassa integrazione straordinaria per i lavoratori, è stato aggiornato al prossimo 27 luglio; venerdì, inoltre, è in programma il Consiglio di amministrazione del Gruppo, dal quale potrebbero arrivare novità circa il percorso di ristrutturazione intrapreso dalla Rdb. “Una cosa è certa”, sottolinea Bettin: “L’azienda non può dimenticare l’impegno assunto di fronte al Ministero dello Sviluppo economico, che è quello di non procedere alla chiusura di alcun sito prima della presentazione e della condivisione del Piano industriale, che è incluso nel Piano di risanamento finanziario. Ma se i tempi di redazione del Piano sono quelli annunciati – ammonisce il sindacalista – vale a dire settembre o addirittura ottobre, il tempo non giocherà a nostro favore. E temo davvero che i creditori possano intraprendere strade che comporterebbero situazioni più pesanti da gestire per il Gruppo”.

Il 9 giugno scorso, con un presidio davanti alla Direzione centrale del Gruppo a Piacenza, oltre 600 lavoratori della Rdb, giunti da tutta Italia, avevano protestato per la situazione economica e finanziaria del Gruppo, il cui fatturato è passato dai 420 milioni di euro del 2008 ai 200 del 2010. In soli tre anni la recessione ha inciso pesantemente sui lavoratori, passati da 1400 a 1100, e sugli stabilimenti, diminuiti da 24 a 18. Un declino che sembra inarrestabile, quello del Gruppo, che solo 3 anni fa ha festeggiato i 100 anni di storia e che mai, durante il secolo di vita, ha dovuto affrontare una crisi dagli effetti così drammatici.

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