RAPPRESENTANZA, LA CISL CONTRARIA A NUOVE LEGGI

RAPPRESENTANZA, LA CISL CONTRARIA A NUOVE LEGGI

La Cisl è contraria a una legge sulla rappresentanza perché su questo tema c’è già un accordo tra sindacati e imprese aderenti a Confindustria. E sono all’orizzonte accordi con altre associazioni. A sottolinearlo è Raffaele Bonanni, dopo che la Fiat ha ribadito la necessità di un intervento legislativo sulla rappresentanza e l’esigibilità dei contratti. Il tema è all’ordine del giorno anche del Governo, fa sapere il sottosegretario al Lavoro Carlo Dell’Aringa. Che precisa: l’Esecutivo lavora “alla luce delle posizioni espresse dalle parti sociali”. Lo scorso maggio industriali e sindacati hanno firmato un accordo che prevede la misurazione della rappresentatività attraverso il mix tra iscritti e voti alle Rsu (almeno il 5% per accedere al tavolo di contrattazione nazionale). L’intesa tra sindacati e imprese dello scorso maggio prevede inoltre che per validare gli accordi ci voglia il 50% più uno dei voti, la maggioranza semplice.
L’intesa per ora è stata fatta solo con Confindustria e Confservizi ed è avviata la discussione dei rappresentanti dei lavoratori con le altre associazioni di impresa come ad esempio la Confcommercio, gli artigiani e il mondo cooperativo.
“Stiamo verificando con le parti sociali – spiega Dell’Aringa – l’opportunità di procedere con una legge o se è meglio aspettare che l’accordo sia esteso ad altri settori produttivi”. Per il sottosegretario vanno distinte due problematiche, che pure sono connesse tra loro: la rappresentanza sindacale all’interno delle aziende (quella che interessa in particolar modo la Fiat che tra l’altro ormai è fuori da Confindustria e quindi non coinvolta nell’accordo fatto dall’associazione) e la rappresentatività dei sindacati a livello nazionale per poter partecipare alle trattative per i rinnovi contrattuali. La seconda questione è più complicata perché, sottolinea
Dell’Aringa, pone problemi di costituzionalità. “Stiamo ragionando – conclude – di concentrarci sulla questione della rappresentanza aziendale”. In cima ai pensieri dell’Esecutivo, assicura poi Dell’Aringa, è la riduzione del cuneo fiscale chiesta da Confindustria e sindacati nell’appello al Governo di lunedì Il sottosegretario spiega che il Governo riflette su tutte le richieste delle parti sociali e quindi anche sulla necessità di una politica industriale nuova e di una maggiore efficienza della pubblica amministrazione. La pressione fiscale, ha spiegato, va diminuita nel suo insieme ma “al primo posto c’è la riduzione della pressione fiscale su lavoro e imprese”.
Interviene sul tema della rappresentanza anche il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Pdl), per il quale “ha ragione Raffaele Bonanni quando afferma che i rapporti sindacali non hanno bisogno di nuove leggi, perché le regole ci sono già e sono state prodotte dalle stesse organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori”. Se decidessimo oggi di disciplinare con una legge la rappresentatività delle organizzazioni e la connessa validità degli accordi, ha detto ancora Sacconi, “ci allontaneremmo ancor più da una moderna democrazia liberale che, ancor più in coerenza con una lunga tradizione italiana, deve rispettare l’autonomia e la responsabilità dei corpi sociali”.
Secondo Sacconi, l’intesa di ieri tra Fiat e le organizzazioni firmatarie dei precedenti accordi “non solo assicura un futuro produttivo e occupazionale allo stabilimento di Mirafiori, ma più in generale ricolloca le relazioni industriali interne al gruppo in un percorso di necessarie condivisioni e a ritenere superata la richiesta di una legge sulla rappresentatività delle organizzazioni sociali”. L’annuncio di nuovi investimenti da parte della Fiat nello stabilimento di Mirafiori è apprezzato anche dal presidente della Commissione Lavoro della camera Damiano (Pd). Che argomenta: “Aspettiamo di vedere nel dettaglio i nuovi piani dell’azienda anche per poterne apprezzare le ricadute occupazionali. Ci auguriamo che questo sia un primo passo verso la definizione di un piano industriale strategico che riguardi tutti gli stabilimenti italiani e che si pongano le premesse per normali e costruttive relazioni sindacali”.
(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)

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