“Apprendiamo con stupore dalla stampa che all’elenco di chi non vuole le infrastrutture e la ripresa del settore delle costruzioni si è aggiunta l’Ance, che è uscita allo scoperto scagliandosi contro il Progetto Italia perché ‘ucciderebbe il mercato delle costruzioni’. Ci permettiamo di far notare all’associazione dei costruttori che sbagliano per un semplice motivo: il settore è già morto”. Lo dichiara Franco Turri, segretario generale della Filca-Cisl. “Il Progetto Italia, come noto, ha l’obiettivo di rilanciare il settore delle costruzioni, con la nascita di un nuovo soggetto industriale con il coinvolgimento di realtà edili importanti, come Salini Impregilo, ed il sostegno fondamentale di Cassa Depositi e Prestiti e dei principali istituti bancari. I benefici del Progetto sarebbero tanti ed innegabili: la salvaguardia del PIL, con un aumento stimato dello 0,3% solo con riferimento ai progetti già avviati e finanziati; il supporto all’occupazione, con la difesa di 400 mila posti di lavoro; la creazione di nuovi posti; lo sblocco immediato di cantieri fermi, per completare opere utili a rendere moderno, sicuro e competitivo il Paese; il salvataggio non solo di Astaldi, ma di una miriade di aziende collegate ai Gruppi in difficoltà. Il Progetto, inoltre, darebbe importanti opportunità di crescita per le piccole e medie imprese della filiera delle costruzioni: solo Salini Impregilo ed Astaldi hanno effettuato ordini ad aziende italiane per 5,7 miliardi di euro, generando circa 30 mila posti di lavoro. Si tratta di buoni motivi per accogliere con favore l’avvio di questo Progetto, in grado, come ci auguriamo, di rianimare un settore quasi cancellato dalla crisi”, ha concluso Turri.