Maggiore forza alla contrattazione di secondo livello con una “chiara delega” sulla prestazione lavorativa, gli orari e l’organizzazione del lavoro ma anche con la possibilità che questa intercetti una quota degli aumenti derivanti dai rinnovi dei contratti nazionali da collegarsi a incrementi di produttività e redditività: sono alcuni dei punti previsti dall’accordo sulla produttività firmato ieri sera a palazzo Chigi tra imprese e sindacati, ad esclusione della Cgil.
PRODUTTIVITA’, IL TESTO DEFINITIVO
Il Governo ritiene l’accordo firmato tra imprese e sindacati sulla produttività un “passo importante” per innalzare la competitività e rendere il Paese più attraente per gli investimenti. Secondo il capo del governo ci sono le condizioni per confermare le risorse per la detassazione del salario di produttività. Tra le misure prese lo stanziamento di 2,1 miliardi per la detassazione del salario di produttività.
Soddisfatto il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: “Siamo riusciti a definire quello che serve per ridare slancio al Paese”. L’accordo “serve a dare forza ai salari, ecco perché insisto – ha detto alla riunione – per detassare gli accordi di produttività. Anche lo Stato avrà più entrate”.
“Siamo contenti di questo accordo”, gli ha fatto eco stamane Giorgio Santini, segretario generale aggiunto Cisl. “Tutte le intese hanno bisogno di essere seriamente applicate”, ha dichiarato nel corso di un’intervista radiofonica, ricordando che “sono a diposizione 2,1 miliardi e significa concretamente che su questa parte del salario contrattato a livello aziendale o territoriale la tassazione invece di essere per esempio al 27% o al 34%, che è l’aliquota che si applica in genere, è del 10%. Quindi ogni mille euro ci sono 170 euro di vantaggio concreto per il lavoratore”.
Per il governo l’accordo sulla produttività rappresenta “un passo importante per il rilancio dell’economia, la tutela dei lavoratori e il benessere sociale”. Lo ha detto il premier Mario Monti in conferenza stampa dopo il via libera al testo sulla produttività.
“La modernizzazione degli apparati produttivi, la rimozione dei vincoli allo sviluppo, il riequilibrio del sistema di prelievo fiscale e gli incentivi agli investimenti privati sono fondamentali per la ripresa dell’economia, dell’occupazione e del benessere sociale, oltre che per consentire un più solido equilibro di bilancio”, sottolinea il governo.
L’accordo conclude un percorso iniziato il 5 settembre con l’incontro tra il Governo e gli imprenditori e poi proseguito l’11 settembre con le organizzazioni sindacali.
“Abbiamo lavorato tutti insieme e cercato di coinvolgere il maggior numero di rappresentanze dei lavoratori – ha sottolineato stamane il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera – fino all’ultimo ho cercato di spiegare alla Cgil e alla signora Camusso quanto importante questo accordo poteva essere”.
Anche la Confindustria, dispiaciuta per la mancata firma della Cgil, con il presidente, Giorgio Squinzi ha sottolineato l’intesa sia “un elemento nuovo nelle relazioni industriali” e come si apra ora una “nuova fase di sviluppo e occupazione”. Rete imprese con il presidente di turno Giorgio Guerrini ha parlato di “buon accordo” mentre il presidente di Alleanza delle cooperative Luigi Marino ha parlato di piccolo passo nella giusta direzione”.
(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)