PORTO DI CIVITAVECCHIA, AL VIA I LICENZIAMENTI COLLETTIVI PER IL CANTIERE DARSENA NORD

PORTO DI CIVITAVECCHIA, AL VIA I LICENZIAMENTI COLLETTIVI PER IL CANTIERE DARSENA NORD

La Soc. Darsena Nord Civitavecchia scrl ha comunicato ai sindacati territoriali di categoria, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, l’avvio della procedura di mobilità per il licenziamento collettivo di tutte le maestranze impegnate nel cantiere darsena nord del porto (opere strategiche 1° lotto funzionale di Civitavecchia), dove i lavori ad oggi hanno raggiunto l’87% dello stato di avanzamento. 300 i lavoratori coinvolti tra lavorazioni dirette e indotto.
Dopo il recente blocco disposto dalla magistratura, a determinare il nuovo fermo del cantiere, che questa volta potrebbe rivelarsi definitivo, è il persistere di un contenzioso, di natura sia economica che procedurale, tra la committente e l’associazione temporanea di imprese vincitrice della gara ed esecutrice dell’opera. Problematica aggravata da un ulteriore pronunciamento da parte delle autorità inquirenti sulla legittimità di alcune delle varianti previste per l’opera.
Disastrose le ripercussioni socio-economiche sul territorio e le ricadute occupazionali, per le quali i sindacati di categoria, sul piede di guerra assieme alle maestranze, hanno proclamato lo stato di agitazione permanente con un pacchetto di azioni di protesta. Si comincia giovedì 14 gennaio con un presidio di otto ore, dalle 8 alle 16, sotto la sede dell’Autorità portuale. In assenza di una convocazione immediata da parte dell’Ente, per fare chiarezza sul futuro dell’opera e gestire l’enorme problema occupazionale, la protesta proseguirà ad oltranza.
Situazione incresciosa” – dichiarano Massimo Fiorucci della Feneal Uil di Roma, Diego Bottacchiari della Filca Cisl di Roma, Carlo Proietti della Fillea Cgil di Roma e Lazio – “Serve un impegno concreto da parte dell’Ente Autorità Portuale di Civitavecchia, per il mantenimento delle attività produttive in cantiere e per la salvaguardia dei 300 posti di lavoro a rischio. Chiediamo l’attivazione immediata di un tavolo tra committente, parti sociali e impresa appaltatrice per una attenta ed opportuna gestione della crisi. In assenza di risposte concrete”concludono i tre sindacati – “protesteremo ad oltranza coinvolgendo i cittadini, primi finanziatori dell’ennesima opera che rischia di rimanere incompiuta”.

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