PORTO CIVITAVECCHIA A RISCHIO, 300 POSTI DI LAVORO IN BILICO

PORTO CIVITAVECCHIA A RISCHIO, 300 POSTI DI LAVORO IN BILICO

 
Rischia concretamente di bloccarsi in via definitiva il cantiere darsena nord del porto (opere strategiche 1° lotto funzionale di Civitavecchia), dove i lavori ad oggi hanno raggiunto l’87% dello stato di avanzamento, con ricadute occupazionali disastrose e pesantissime ripercussioni socio-economiche sul territorio. Trecento, circa, i posti di lavoro a rischio tra lavorazioni dirette e indotto. L’associazione temporanea di imprese vincitrice della gara per l’esecuzione dell’opera, la Soc. Darsena Nord Civitavecchia scrl, ha già comunicato ai sindacati territoriali di categoria, Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, che nei primi giorni del 2016 avvierà la procedura di mobilità per il licenziamento collettivo di tutti i lavoratori.
Dopo il recente blocco disposto dalla magistratura, a determinare il nuovo fermo del cantiere, che questa volta potrebbe rivelarsi definitivo, è il persistere di un contezioso, di natura sia economica che procedurale, tra la committente e l’impresa esecutrice, degenerato nelle ultime settimane a seguito della mancata proroga della data di consegna, fissata per il 28/12/2015, da parte dell’Autorità portuale.
Sul piede di guerra i sindacati, che in accordo con i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione nel cantiere.
Crediamo che davanti a situazioni di rischio come queste, che interessano centinaia di famiglie, si debba fare tutto il possibile per tutelare i posti di lavoro” – dichiarano Massimo Fiorucci della Feneal Uil di Roma, Diego Bottacchiari della Filca Cisl di Roma, Carlo Proietti della Fillea Cgil di Roma e Lazio – “Serve un impegno concreto da parte dell’Ente Autorità Portuale di Civitavecchia, per superare questa situazione di stallo. C’è urgente bisogno di chiarezza in merito allo stato attuale di realizzazione dell’opera ed alla tempistica necessaria per il suo completamento. Per questo chiediamo all’Ente se e come intenda impegnarsi per il mantenimento delle attività produttive in cantiere e per la salvaguardia dei 300 posti di lavoro a rischio. Riteniamo urgente l’attivazione di un tavolo tra committente, parti sociali e impresa appaltatrice per una attenta ed opportuna gestione della crisi”.
 

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