Nella tarda serata di ieri i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e le associazioni datoriali Confartigianato (Legno e Arredo, Marmisti), Cna (Produzione, Costruzioni), Casartigiani e Claai, hanno sottoscritto il verbale di accordo per il rinnovo del contratto nazionale dell’area legno-lapidei. Il contratto interessa circa 100 mila lavoratori impiegati in 30 mila piccole e medie imprese e aziende artigiane dei due settori; era scaduto il 31 dicembre del 2018 e ha decorrenza dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2022.
La parte salariale prevede 150 euro di una tantum uguale per tutti, divisa in due tranches: 75 euro a luglio e 75 ad ottobre. Gli aumenti salariali sono invece diversi, per distinguere i due settori: per i lavoratori del settore legno artigianato (livello D) 75 euro divisi in due tranches: 45 euro a maggio e 30 a settembre. Per il lapideo artigianato (livello 5°) 79 euro di aumento, dei quali 45 a maggio e 34 a settembre. Per le Pmi del legno (livello D) l’aumento salariale è pari a 76 euro (50 euro a maggio e 26 a settembre). Per le Pmi del settore lapideo, infine, 80 euro di aumento (livello 5°) diviso in due tranches: 50 euro a maggio e 30 a settembre.
“Si tratta di un rinnovo importante – dichiarano i segretari nazionali Fabrizio Pascucci, Claudio Sottile, Tatiana Fazi – arrivato dopo una trattativa lunga e difficile. Oltre al significativo aumento salariale l’accordo prevede 8 ore di formazione aggiuntive sul tema dell’alfabetizzazione digitale, l’aumento di 2 mesi di aspettativa non retribuita e l’invito agli Enti bilaterali a integrare le prestazioni per le donne lavoratrici vittime di violenza. Nel testo abbiamo previsto l’aumento da 18 mesi a 24 dell’intervallo del periodo di comporto per i lavoratori affetti da patologie oncologiche degenerative e richiedenti terapie salvavita, con la relativa indennità elevata al 50% della retribuzione netta per il periodo superiore ai 180 giorni. Sulla stagionalità, l’accordo indica regole precise e verificabili, con l’inserimento di 4 lavorazioni e una finestra aziendale di massimo 5 mesi e la predisposizione di una informativa di carattere nazionale ai sindacati per il monitoraggio e la verifica dello strumento contrattuale, e sulla bilateralità, con la costituzione dell’Osservatorio, prevista tra un mese. Alla luce di questi elementi – proseguono i segretari nazionali – giudichiamo con favore l’accordo raggiunto. Si tratta di un risultato importante, non facile da ottenere in condizioni generali così difficili, e che conferma la validità della contrattazione nel settore artigiano dopo 35 mesi di vacanza contrattuale. Infine è importante – concludono Pascucci, Sottile, Fazi – l’aver respinto con forza la proposta delle controparti di normare le ‘dimissioni irregolari’, che avrebbe messo i lavoratori in una posizione di ricatto”.
Adesso la parola spetta ai lavoratori, che dovranno approvare l’ipotesi di accordo nelle assemblee in programma in tutti i luoghi di lavoro dei settori interessati.