È una vera emorragia di posti di lavoro, quella che sta colpendo il settore dell’edilizia nel Piemonte orientale, che comprende le zone di Biella, Novara, Verbania e Vercelli. I dati delle Casse edili parlano chiaro: nel secondo semestre del 2014, rispetto al primo, sono andati in fumo quasi 400 posti di lavoro, ai quali si aggiungono i migliaia di operai edili rimasti senza occupazione in questi anni di crisi. “Si tratta del periodo più difficile dal dopoguerra”, ammette Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca-Cisl e responsabile della Filca Piemonte orientale. “I numeri sono diversi a seconda delle zone, ma tutti hanno il segno meno e dimostrano lo stato di gravissima difficoltà nel quale versa il settore delle costruzioni, che in tutta Italia dall’inizio della crisi ha perso 800mila addetti. A Vercelli, per esempio, in un anno sono scomparse ben 91 imprese del settore, il fatturato è calato del 40% e sono letteralmente crollati gli investimenti. Situazione pesantissima anche a Novara, dove nonostante il dimezzamento degli addetti si continua a ricorrere alla Cassa integrazione. Verbania – prosegue Scelfo – sta assistendo alla scomparsa di imprese edili, ben 96 negli ultimi due anni. Stessi problemi a Biella, dove in Cassa edile restano registrati poco più di 1.000 addetti, il minimo storico. Se non ci dovesse essere la tanto attesa inversione di tendenza c’è davvero il rischio che il settore delle costruzioni scompaia del tutto, con ripercussioni sociale gravissime. Mettere in sicurezza il territorio, intervenire sul già costruito, ristrutturare le scuole e gli ospedali, migliorare le strade sono gli interventi che auspichiamo per ridare slancio al settore e garantire al tempo stesso vantaggi e benefici notevoli per la collettività”, ha concluso Scelfo.