PESENTI: “RIFORMARE IL SISTEMA DEGLI APPALTI PER AVERE IMPRESE EDILI DI QUALITA'”

PESENTI: “RIFORMARE IL SISTEMA DEGLI APPALTI PER AVERE IMPRESE EDILI DI QUALITA'”

“L’edilizia di qualità non può prescindere dalla presenza di imprese di qualità. Per selezionarle è indispensabile una revisione del sistema degli appalti, che premi le aziende che hanno alle spalle una storia solida e strutturata, e che elimini tutta una serie di storture del sistema, dal massimo ribasso al subappalto a catena, per citare due tra i temi più importanti”. Lo ha dichiarato Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl  nazionale, a margine del seminario di Cgil, Cisl e Uil su appalti e concessioni, tenutosi questa mattina a Roma. “Il futuro dell’edilizia non può che essere all’insegna della qualità: la riqualificazione del già costruito, il risparmio energetico, gli interventi antisismici e la messa in sicurezza del territorio sono le priorità. È però indispensabile che ci sia anche un’opera di ricostruzione delle imprese, e questo compito spetta al sistema degli appalti, che va modificato e riformato. Valorizzare le imprese vuol dire eliminare il General contractor ed il ricorso al subappalto a catena, che lasciano alle aziende che realizzano materialmente le opere solo le briciole di quanto stanziato, con ripercussioni sulla sicurezza e la retribuzione dei lavoratori. Infine – ha concluso Pesenti – anche nell’interesse della collettività, che ha diritto ad opere sicure, è indispensabile superare il sistema del massimo ribasso per applicare quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con l’inserimento però di meccanismi idonei ad evitare la costituzione di cartelli”.  
“Occorre un deciso cambio di rotta nella politica degli appalti: il settore deve svilupparsi intorno al valore ed alla dignità del lavoro, agli interessi dei cittadini, alla qualità dei servizi e delle opere realizzate”. Lo ha sottolineato oggi il Segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, nel suo intervento al seminario. “Il settore degli appalti- ha sostenuto Sbarra- rappresenta più del 15% del Pil nazionale ed è scandaloso che con la scusa della revisione dei costi in corso d’opera ci sia un aggravio per le casse pubbliche di circa 40 miliardi. Da non dimenticare, poi, che la cattiva gestione degli appalti alimenta il fenomeno della corruzione, che in Italia porta ad un calo degli investimenti esteri del 16% e fa lievitare il costo complessivo degli appalti almeno del 20%. Non è più ammissibile che lavoratrici e lavoratori continuino a pagare inefficienze, illeciti e sprechi. La libera concorrenza tra imprese a discapito dei lavoratori non è accettabile. Troppo spesso nel settore degli appalti si affacciano aziende di dubbia origine, che utilizzano contratti pirata stipulati da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività. Ecco perché bisogna incidere sui tempi di aggiudicazione, di completamento dell’opera, sulla riduzione del contenzioso, del numero eccessivo delle stazioni appaltanti, che nel nostro paese sono più di trenta mila e sulla riduzione dei prezzi degli acquisti, sul raggiungimento di elevati livelli di qualità, sia delle prestazioni, sia delle opere. E’ inoltre indispensabile garantire la dimensione sociale della riforma degli appalti, che significa tutele contrattuali, rispetto della legalità, processi partecipativi e coinvolgimento delle parti sociali. “Bisogna, infine- ha concluso Sbarra- assolutamente arginare il dilagare del sub appalto, perché è qui che più si annidano le infiltrazioni della malavita organizzata”.

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