“Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”: è questo lo slogan che ha accompagnato la giornata di mobilitazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil. Lavoratori e pensionati hanno manifestato nelle piazze italiane per chiedere di cambiare la legge Fornero e una maggiore flessibilità in uscita. Due richieste considerate prioritarie per cambiare il sistema previdenziale nel segno della equità, della sostenibilità finanziaria e della giustizia sociale, accanto a una diversa politica fiscale che sostenga i redditi dei pensionati. Una mobilitazione per far sentire “la voce di tanti lavoratori, pensionati, donne e giovani che chiedono maggiore rispetto e un futuro più dignitoso”, hanno detto i sindacati.
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Il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, dal palco allestito in Piazza Santi Apostoli, a Roma, ha invocato la coesione sindacale in nome di una riforma delle pensioni. “Per i sindacati confederali è il momento della coesione in un paese completamente spaccato che invece, ha bisogno di tenere insieme giovani e anziani”. Un appello rivolto in particolare al governo che fin qui si è dimostrato sordo alle richieste dei sindacati.
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“Il governo deve convocare Cgil, Cisl e Uil che hanno una proposta di milioni di italiani -ha continuato il leader della Cisl- il governo faccia il suo lavoro: convochi le parti sociali e sia in grado non di fare auspici e opinioni ma di presentare la sua proposta”, ha detto Furlan facendo riferimento alle recenti dichiarazioni del ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha auspicato di reperire delle risorse per le pensioni nella prossima legge di stabilità del 2017. “La legge Fornero si cambia con un confronto serio con i lavoratori -ha ribadito il segretario della Cisl- non ci servono auguri e buone intenzioni. Direi che siamo già in abbondante ritardo. Il governo deve convocare un tavolo di confronto domani. Lo chiedano anche le imprese che devono innovare e non è possibile con un’età così alta, lo chiedono i lavoratori e i giovani”. Quanto allo stanziamento delle risorse per i pensionati, il leader della Cisl ha detto che “abbiamo bisogno di risorse, la Fornero in dieci hanno ha portato 80 miliardi nelle casse dello Stato ma ogni volta che il Paese ha bisogno di fare i conti colpisce pensionati e lavoratori”. Secondo Furlan dunque “bisogna rimuovere quella legge che è sbagliata”. Cgil, Cisl e Uil hanno formulato una proposta di riforma complessiva e l’hanno discussa nei posti di lavoro. La proposta che manca per una revisione della normativa “è quella indispensabile, quella del governo”, ha sottolineato Furlan, avvertendo: “Noi andremo avanti fino a schiodare il governo”.
COSI’ ANNAMARIA FURLAN AI MICROFONI DI CONQUISTE DEL LAVORO (guarda il video)
La leader di Via Po ha anche annunciato la prossima iniziativa: il 19 maggio a Roma, Cgil Cisl e Uil torneranno insieme in piazza per chiedere la rivalutazione delle pensioni. Secondo il sindacato, infatti, non basta la soluzione trovata dal governo con il decreto dopo la pronuncia della Consulta sul blocco delle indicizzazioni. I dettagli della nuova manifestazione saranno resi noti in una conferenza stampa dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil che si terrà il prossimo 7 aprile. Tra le questioni poste dalle tre sigle, oltre alla rivalutazione anche fisco, reversibilità, welfare e non autosufficienza.
Su questi temi, dunque, Cgil, Cisl e Uil marciano compatte. Da Venezia, dove la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha chiesto un cambiamento radicale del nostro sistema previdenziale per consentire ai giovani di costruirsi “una condizione civile di pensione”. A Napoli, dove il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, ha definito l’Italia “un paese in estinzione”, da cui sono costretti a fuggire tanto i giovani quanto gli anziani. “Guardate le piazze di Italia oggi – ha chiosato Barbagallo – la gente è insoddisfatta delle politiche economiche del Governo, non dei sindacati che sono qui insieme ai lavoratori e ai pensionati per chiedere un paese migliore e per far riprendere l’economia. Questo e’ il sindacato”
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Gli ultimi dati diffusi dall’Inps sulle pensioni “dimostrano come troppo spesso nel nostro Paese anche dopo una vita di lavoro non si è fuori dal rischio povertà.”. E’ quanto ha dichiarato ieri la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, a margine di un convegno della First Cisl, in vista della mobilitazione di domani dei sindacati per cambiare la Legge Fornero sulle pensioni. “Se il 60% delle pensioni è al di sotto gli 800 euro è evidente che abbiamo pensioni basse, quindi pensionati che devono davvero faticare per arrivare a fine mese – ha proseguito Furlan -. Abbiamo tre grosse questioni: come creiamo un sistema di flessibilità in uscita, come creiamo spazio per i giovani e come creiamo condizioni serenità e di dignità per i nostri anziani”.
All’inizio del 2016 risultavano in essere 18,1 milioni di pensioni con ”una forte concentrazione nelle classi basse” di importo. I dati sono dell’Inps e sono conenuti nelle statistiche in breve dell’Osservatorio delle pensioni che non considera però i trattamenti pubblici ed ex Enpals, spiegando che il 63,4% degli assegni (11,5 mln) è inferiore a 750 euro. Per le donne gli assegni inferiori a 750 euro sono oltre i tre quarti del totale (il 77,1%). E’ solo una misura indicativa della povertà dato che molti pensionati hanno più di una prestazione e/o altri redditi.
“Bisogna intervenire per salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni. E’ un dato davvero preoccupante infatti che il 64, 3% degli assegni pensionistici sia inferiore nel nostro paese a 750 euro. Una percentuale che addirittura arriva per le donne al 78,2%. Si dimostra che le continue manomissioni del meccanismo di perequazione operate dai Governi che si sono succeduti negli anni non hanno rispettato i diritti dei pensionati, considerando la rivalutazione come se fosse un privilegio e non una giusta difesa del potere d’acquisto”, ha commentato la Furlan. “Domani saremo nelle piazze italiane per sollecitare l’apertura di un tavolo serio di confronto con il Governo sui necessari cambiamenti da introdurre alla legge Fornero, la più iniqua e dura normativa d’Europa. Non solo bisogna inserire criteri di flessibilità in uscita e riconoscere la diversità dei lavori, ma occorre prevedere meccanismi più idonei a salvaguardare il valore degli assegni pensionistici e ritornare alla normativa sulla rivalutazione annuale in vigore prima del blocco imposto dalla legge Monti –Fornero. Dobbiamo trovare un sistema per tutelare le pensioni in essere e assicurare un trattamento adeguato e dignitoso anche per i giovani, a chi ha svolto lavori saltuari, discontinui e con retribuzioni basse”.
“Sulle pensioni italiane grava, inoltre, come un macigno una tassazione doppia rispetto alla media europea e per questo è necessaria una diversa politica fiscale che sostenga i redditi dei pensionati anche realizzando la completa equiparazione della “no tax area” dei pensionati al livello di quella dei lavoratori dipendenti”.
Non a caso i sindacati si mobilitano. “Cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani”. E’ questo lo slogan che accompagnerà la giornata di mobilitazione nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil e in programma domani. In particolare, iniziative e manifestazioni unitarie si svolgeranno a livello territoriale in tutto il Paese. I segretari generali delle tre confederazioni sindacali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, saranno presenti rispettivamente a Venezia, in Campo Santa Margherita, a Roma, in Piazza SS. Apostoli, e a Napoli, in Piazza Giacomo Matteotti. I comizi finali saranno preceduti da cortei che attraverseranno le città.
A Venezia, il corteo partirà alle ore 9.00 dalla stazione ferroviaria Santa Lucia, attraverserà le vie della città per concludersi in Campo Santa Margherita alle ore 10.00. A seguire gli interventi dal palco. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, prenderà la parola per il comizio conclusivo alle ore 11.00.
A Roma, il concentramento dei manifestanti è previsto in piazza dell’Esquilino dalle 8.30. Alle ore 9.30 partirà il corteo che percorrerà: via Cavour, largo Corrado Ricci, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via Cesare Battisti e arriverà, intorno alle 11.00, in piazza SS. Apostoli. L’intervento del segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che concluderà gli interventi dal palco è previsto alle ore12.00.
A Napoli, il concentramento è fissato alle ore 9.30 in piazza Dante Alighieri. I manifestanti sfileranno per le vie del capoluogo campano per giungere in piazza Giacomo Matteotti intorno alle ore 11.00. A seguire i comizi dal palco. Al segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, saranno affidate le conclusioni.
Centinaia di manifestazione sono poi in programma in tutte le regioni d’Italia. Prosegue così la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil per la vertenza sulle pensioni dopo gli attivi interregionali dei quadri e delegati del 17 dicembre scorso. Con le iniziative di sabato 2 aprile i sindacati rilanceranno la piattaforma unitaria con la quale si chiede di cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani, tutelare le pensioni in essere, rafforzare la previdenza complementare. Cgil, Cisl e Uil chiedono inoltre pensioni dignitose per i giovani, per i lavoratori precari e discontinui, accesso flessibile al pensionamento, il riconoscimento del lavoro di cura e la diversità dei lavori.
Anche Filca, Feneal e Fillea scenderanno in piazza nella giornata di mobilitazione nazionale promossa per rilanciare la piattaforma unitaria su pensioni e lavoro. “Saremo presenti in tutte le manifestazioni unitarie che si svolgeranno a livello territoriale nel Paese -spiegano i segretari generali dei sindacati di categoria Vito Panzarella, Franco Turri e Walter Schiavella- per chiedere di cambiare le pensioni e dare lavoro ai giovani, tutelare quelle in essere e rafforzare la previdenza complementare, ma soprattutto per il riconoscimento dei lavori diversi e l’accesso flessibile al pensionamento”.
“Se i lavori non sono tutti uguali – si chiedono i tre leader – perché allora l’età per andare in pensione lo è?”, e sottolineando le difficoltà di raggiungere la pensione “diventata oramai quasi un miraggio” per i lavoratori del settore ricordano l’appuntamento del 5 aprile al Teatro Ambra Jovinelli con i segretari confederali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, in cui si affronteranno i vari problemi del settore delle costruzioni, tra cui appunto la pensione. “La nostra richiesta – spiegano – è di ridurre l’età pensionabile consentendo uscite flessibili e senza penalizzazioni, ai lavoratori che svolgono mansioni pesanti, come nei settori dell’edilizia e dei materiali da costruzioni, i quali per poter avere uno straccio di pensione sono costretti a stare sulle impalcature o in cava fino a 67 anni, con rischi per la propria sicurezza sempre maggiori, come confermano i dati di infortuni gravi e mortali aumentati tra gli over 60”.
“Inoltre – concludono – a questi lavoratori caratterizzati dalla discontinuità lavorativa occorrerebbe garantire ammortizzatori sociali adeguati aumentando i periodi di copertura contributiva”.