Un “patto sociale” tra imprese, banche e sindacati, per condividere una agenda di riforme, assumere impegni diretti e definire proposte “per spronare la politica”. Con questo obiettivo, lanciato dalla leader degli industriali Emma Marcegaglia, si aperto ieri pomeriggio a Roma, nella sede dell’Abi, il confronto tra associazioni delle imprese e sigle sindacali, chiamati “tutti” allo stesso tavolo dalla presidente di Confindustria. Un confronto da cui per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, potrebbe scaturire da subito la proposta “a Governo, Regioni o Comuni, di predisporre un kit di vantaggi per chi investe”. Quanto poi al fronte delle relazioni sindacali, il numero uno di via Po auspica che venga adottato “il sistema Pomigliano”, sul modello dell’accordo raggiunto per lo stabilimento Fiat. Ed è chiaro che, in questo senso, il tavolo che si è aperto ieri può rappresentare un test importante anche sul fronte dei rapporti tra le tre confederazioni. Per Bonanni, infatti, dal tavolo può emergere “una grande alleanza che può creare una forza di cui il governo deve tener conto”. Ma per farlo – ha sottolineato il leader della Cisl – è necessario “un patto nuovo che generi comportamenti nuovi: tutti, nessuno escluso, devono avere comportamenti nuovi”.
C’è accordo anche a lavorare su “una riforma fiscale che, a invarianza della pressione, porti ad una ricomposizione a favore di lavoratori e imprese”. Questo, insieme a innovazione e ricerca, fondi “da spendere bene” per il Mezzogiorno, detassazione dei salari di produttività da portare avanti, e tagli alla politica “che costa troppo”, sono tra i punti indicati dalla Marcegaglia. Mentre sul piano degli impegni che possono essere presi direttamente da imprese e sindacati, l’intesa è quella di lavorare su produttività e salari, e sulle condizioni per favorire gli investimenti a partire dal Sud.
Dal tavolo è inoltre emersa la richiesta di far partecipare imprese e sindacati al lavoro del governo per i tagli alla spesa pubblica improduttiva. Si lavora per “impegni comuni per la crescita. Serve una grande assunzione di responsabilità per il Paese. Non è un tavolo per criticare la politica, non è questo che ci interessa. Non è un tavolo che si fa dettare l’agenda dalla politica ma non è neanche contro la politica”.
D’accordo anche il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari, padrone di casa del primo incontro: “Alla fine del percorso ognuno deve mollare qualcosina, sacrificarlo per l’interesse generale”. Centralità delle Pmi e dell’impresa diffusa chiedono, dal canto loro, Rete Imprese Italia e Confapi. “Le parti sociali – ha detto Carlo Sangalli, presidente di Rete Imprese – hanno dimostrato grande responsabilità nella direzione della crescita, occupazione e sviluppo. La stessa responsabilità la chiediamo anche alla politica”.
Al tavolo stamattina sono arrivati anche gli auguri del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. “Mi auguro che esso possa toccare, riguardo alle parti sociali, quello che anche noi abbiamo indicato. Vorrei – ha detto il ministro a margine di un convegno della Cna – presentare entro dicembre lo statuto dei lavori e vorrei avere un avviso comune, se ci riescono – ha aggiunto riferendosi ai protagonisti del tavolo – per quanto riguarda la semplificazione e i cambiamenti sulla regolazione del lavoro e relativamente a quella parte di norme non attinenti ai diritti fondamentali, che possano essere derogate dai contratti aziendali e territoriali”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)