La Filca Toscana (Riccio) insieme alla Filca Territoriale Ms (Bondielli) e alla Cisl di Massa Carrara (Figaia) presentano le loro osservazioni e proposte in relazione al Piano regionale cave.
Una percentuale di escavato regolata per bacino marmifero e non a livello comunale, introdurre il codice a barre per la tracciabilità e la filiera e, per la sicurezza, patente a punti e sanzioni per quelle aziende in cui avvengono infortuni sul lavoro. Sono alcune delle osservazioni e proposte che i segretari generali della Filca-Cisl Toscana, Simona Riccio, e della Cisl di Massa Carrara, Andrea Figaia, insieme al responsabile territoriale della Filca provinciale, Giacomo Bondielli, hanno avanzato in relazione al Prc, il piano regionale cave.
Riportiamo di seguito il documento integrale del sindacato.
– Percentuale di estrazione marmo prevista dalla bozza del Piano regionale cave al ‘25% fuori distretto apuoversiliese’ o 30% in area distretto’. Va bene, ma va regolamentata per bacino estrattivo (per esempio a Carrara: Colonnata, Torano, ecc) e non comunale, per non penalizzare le cave piccole, con materiali non di pregio, evitando che non diventino cave solo per produzione di sassi per carbonato di calcio.
– Fare la mappa delle cave con la denominazione o codice di cava, nella provincia di Massa-Carrara, con la classificazione dei materiali, da quelli di pregio fino a quelli ordinari, ai sassi, alle terre, sulla base di una equa ripartizione dei costi relativi al pagamento della la tassa marmi.
– Creare la Filiera del marmo di Carrara comprendente l’intero Distretto Apuo-versiliese, con la marchiatura dei blocchi attraverso un codice a barre che identifichi la cava di provenienza, tracciando tutto il percorso del blocco dall’escavazione fino alla trasformazione (filiera lunga) ma anche con la filiera corta ovvero solo segagione e lucidatura.
– Creazione di un Consorzio del lapideo composto da tutti i soggetti effettivamente escavanti, con le loro produzioni, senza escludere i produttori che non hanno materiali pregiati.
– Sicurezza: istituzione di una patente a punti per le aziende, dove vengono annotati i controlli fatti dell’Asl, le sanzioni e in caso di infortuni gravi prevedere la decurtazione dei punti; prevedendo che quando si finiscono i punti sia possibile bloccare l’escavazione dell’azienda. Creare norme premiali, per le aziende che sono virtuose sia sulla sicurezza e sulla filiera.
– Fare formazione continua, anche in loco, perché è necessario rompere lo schema legato alla sola esperienza degli operatori, in un contesto di infortuni sul lavoro molto alto.
– Avere dati certi sull’escavato tramite le pese, anche in ordine di valore e materiale, per capire se l’ escavato sono riguardi solo blocchi o altri materiali: basta cave utili solo per i sassi e gli inerti.
– Utilizzo dei materiali lapidei di minor pregio, nelle opere pubbliche tipo scavi, strade (esempio delle strisce pedonali di marmo o marciapiedi) con materiali di scarto, come inerti ciottoli o polveri, utilizzo invece nelle opere pubbliche come immobili o arredi urbani di materiale più pregiato (es. panchine di marmo o sculture cittadini, scale).
– Produzione sostenibile: la proposta di Prc parte dal principio che le Amministrazioni Comunali, anche in vista della emanazione dei Pabe (piani attuativi di bacino) entro la fine della primavera 2019, tengano conto della produzione già in essere. In considerazione dei volumi complessivi e dell’impatto sulle montagne, cosiddette ecosistemi ‘non riproducibili’, Riteniamo interessante pensare di provvedere ad una stabilizzazione dei ravaneti nelle strade di arroccamento dei bacini marmiferi al fine di garantire occupazione, stabilità ambientale ed una estetica minima dei fronti di cava che aiuterebbe a garantire una immagine in locali coerente con le illuminazioni serali, visibili invece anche a valle e dalla marina.