OCSE, AVVERTIMENTO ALL'ITALIA: RIDURRE LE TASSE SU LAVORO E PENSIONI, E BASTA CONDONI

OCSE, AVVERTIMENTO ALL'ITALIA: RIDURRE LE TASSE SU LAVORO E PENSIONI, E BASTA CONDONI

L’Italia deve ridurre le tasse sul lavoro e sulle pensioni, oltre ad aumentare le deduzioni nell’Irap. Allo stesso tempo, finanziando le riduzioni fiscali con la lotta all’evasione, dovrà porre fine ai “condoni fiscali”. L’avvertimento arriva dall’Ocse nella scheda dedicata all’Italia nel rapporto “Obiettivo Crescita”, in cui si sottolinea che il peso del fisco nel nostro Paese è decisamente superiore a quello dell’area degli altri Paesi industrializzati. In particolare, per un single a basso reddito e senza figli la pressione fiscale nel 2008 sì è avvicinata al 45%, mentre è sotto il 35% nell’area Ocse. Per una persona sposata, con medio reddito e due figli, la tassazione supera il 35%, contro una media Ocse vicina al 27%.
L’Ocse, nel suo rapporto “Obiettivo crescita”, raccomanda inoltre all’Italia di ridurre la presenza dello Stato nell’economia, accelerando le privatizzazioni e sopprimendo le golden share, e gli ostacoli normativi alla concorrenza, rinforzando ancora le autorità di controllo. L’Italia, prosegue ancora l’Ocse, deve poi migliorare il tasso di scolarizzazione e di riuscita nell’istruzione superiore, anche accrescendo il livello dei finanziamenti privati soprattutto in ambito universitario. È necessario inoltre, conclude l’Ocse, riformare la governance delle imprese, “rafforzando il ruolo degli amministratori indipendenti e i diritti degli azionisti di minoranza”, decentralizzare le negoziazioni salariali e rinforzare gli incentivi all’innovazione.
Non va meglio sul fronte della produttività. L’Italia, infatti, è al ventesimo posto, sui trenta paesi dell’Ocse, sia per quanto riguarda la produttività sia il Pil pro-capite. A causa della crisi, lo scarto in termini di produttività tra l’Italia e i principali Paesi dell’Ocse “si è ampliato”, arrivando al 25%. La differenza di Pil per ora di lavoro,rispetto alla metà superiore dei 30 Paesi Ocse, è arrivata oltre il 20%, mentre quella del Pil pro-capite sfiora il 30%. “I risultati dell’Italia sulla produttività sono rimasti mediocri”, scrive l’Ocse, anche se il comportamento del mercato del lavoro, sia per il tasso di attività che per quello di disoccupazione, è regolarmente migliorato fino a quando l’economia è stata toccata dalla crisi.
Unico dato positivo: la produzione industriale, che a gennaio ha segnato un aumento congiunturale del 2,6% (indice destagionalizzato a 87,9) e un calo tendenziale del 3,3% (indice grezzo a 78,4). Secondo l’Istat, l’indice corretto per i giorni lavorativi (19 contro i 20 di gennaio 2009) ha registrato invece un aumento annuo dello 0,1% (a 85,1), dato migliore da aprile 2008. “Siamo in una fase di fine del calo” della produzione, ha affermato il responsabile dell’indagine dell’Istituto di statistica. La produzione industriale di autoveicoli è aumentata su base annua, a gennaio, del 44,1%, secondo l’indice grezzo calcolato da Istat. L’indice corretto per i giorni lavorativi segna, invece, un aumento del 47,1% su anno.
Il Pil perde lo 0,3% nel quarto trimestre del 2009 e chiude l’anno a -5,1% – L’Istat ha pubblicato oggi anche i conti economici trimestrali con i dati sull’andamento del pil nel quarto trimestre del 2009 e nell’intero anno, confermando nella sostanza il forte calo nei 12 mesi ma rivedendo al -5,1% il -4,9% indicato nelle stime preliminari diffuse il 12 febbraio. Nel quarto trimestre del 2009 il prodotto interno lordo corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato è diminuito dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente e del 3 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2008. La stima preliminare del trimestre aveva indicato una diminuzione congiunturale dello 0,2 per cento e una diminuzione tendenziale del 2,8 per cento. Il quarto trimestre del 2009 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente ed una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2008. Quella di oggi è la terza comunicazione dell’Istat sul pil 2009 nel giro di un mese. Oltre alle stime preliminari, il primo marzo era stato diffuso il dato del prodotto interno lordo non corretto per gli effetti di calendario, risultato in calo del 5,0 per cento. Dal punto di vista macroeconomico la sostanza non cambia. Secondo l’Istat si tratta del dato peggiore dal 1971.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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