Se la disoccupazione italiana rimane al di sotto della media europea in virtù dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, resta comunque preoccupante il quadro di sostanziale stallo del mercato del lavoro, di cui a farne le spese sono soprattutto i giovani che registrano un tasso di disoccupazione nettamente superiore a quello rilevato in altri Paesi: il 29% contro la media Ue del 20,4%.
“I dati di gennaio confermano la tendenza alla riduzione delle richieste di cassa integrazione, già in atto da qualche mese. La novità – sottolinea il segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini – è che in gennaio il calo si presenta consistente, sia guardando al dato del mese precedente, sia rispetto allo stesso mese di un anno fa, e che esso è distribuito su tutte e tre le tipologie di cassa integrazione, benché sul calo delle richieste di cassa ordinaria e straordinaria incida probabilmente il raggiungimento, da parte di molte aziende, dei limiti di utilizzo”. La Cisl poi ricorda che nel mese di gennaio 2011 sono state autorizzate 60,3 milioni di ore di cassa integrazione, con un calo significativo, sia congiunturale (-30,3% rispetto a dicembre 2010), sia tendenziale (-25,5% rispetto a gennaio 2010). La flessione per la prima volta è generalizzata per tutti e tre gli istituti: -14,6% rispetto a dicembre per la cassa integrazione ordinaria, -44,9% per la cassa integrazione straordinaria, -16,8% per la cassa integrazione in deroga. Rispetto ad un anno fa il calo è consistente per la sola cig ordinaria, mentre cig straordinaria e cig in deroga registrano riduzioni tendenziali assai lievi. Il dato da registrare, in ogni caso, è che anche per cassa straordinaria e cassa in deroga sembra iniziato un trend di riduzione.
“A livello territoriale – aggiunge Santini – è molto forte il calo nell’Italia settentrionale (-31%) e sono sostanzialmente dimezzate le ore di cassa integrazione nell’Italia centrale. Molto meno significativo, invece, il calo delle ore di cassa nell’Italia meridionale e nelle isole, dove peraltro si registra l’unico indice in crescita rispetto al mese precedente rappresentato, in quest’area, dalla cassa integrazione in deroga”. “Da rilevare il forte calo delle ore di cassa autorizzate tra gli impiegati (-45%) che vedono una flessione percentuale più che doppia rispetto agli operai (-25%). Si conferma la flessione – prosegue Santini – anche delle domande di disoccupazione e mobilità: a dicembre 2010 sono state 99.500 le domande di disoccupazione, contro le quasi 100mila del dicembre 2009, le domande di mobilità sono state quasi 7mila, contro le 8.800 dello stesso mese del 2009. La stima dei lavoratori equivalenti in cig (ottenuta dividendo il monte ore della cig per un divisore convenzionale) è di circa 367.500 lavoratori nel mese di gennaio 2011”.
La Cisl rileva quindi come i dati provvisori di dicembre diffusi dall’Istat confermino il livello preoccupante della disoccupazione, stabile all’8,6%, nonostante il leggero miglioramento della crescita economica avvenuto nel corso del 2010. “I dati di gennaio confermano la tendenza alla riduzione delle richieste di cassa integrazione, già in atto da qualche mese. La novità – sottolinea Giorgio Santini – è che in gennaio il calo si presenta consistente, sia guardando al dato del mese precedente, sia rispetto allo stesso mese di un anno fa, e che esso è distribuito su tutte e tre le tipologie di cassa integrazione, benché sul calo delle richieste di cassa ordinaria e straordinaria incida probabilmente il raggiungimento, da parte di molte aziende, dei limiti di utilizzo”. “Se le aziende stanno chiedendo meno cassa integrazione rispetto al recente passato – aggiunge – non possiamo tuttavia dimenticare che, dopo mesi di continua crescita, sono centinaia di migliaia i lavoratori ancora in cassa integrazione. Per questo motivo è positivo il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, ed è urgente raggiungere il nuovo accordo tra Stato e Regioni sulla ripartizione dei finanziamenti per le casse in deroga, ma sarà decisivo insistere sulle politiche attive per poter riassorbire i lavoratori nel sistema produttivo. E’ poi importante dare corpo al Piano giovani – conclude il segretario generale aggiunto della Cisl – presentato dal Governo ma ancora nebuloso nei suoi contenuti operativi, in particolare rafforzando il contratto di apprendistato, che deve diventare canale di accesso preferenziale al lavoro, un vero e proprio “contratto di primo lavoro”, che possa recuperare anche il persistente disallineamento della domanda e dell’offerta di lavoro, particolarmente concentrata in alcune figure professionali di cui le aziende continuano a denunciare la difficoltà di reperimento”.
(DAL SITO WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)