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NOVOLEGNO, RISCHIO LICENZIAMENTO PER 62 DIPENDENTI

NOVOLEGNO, RISCHIO LICENZIAMENTO PER 62 DIPENDENTI

Agosto torrido per 62 lavoratori della Novolegno di Montefredane, in provincia di Avellino. Ma la morsa del caldo che insiste sullo Stivale non c’entra nulla. Ad infuocare gli animi c’è la decisione dell’azienda di licenziare 43 operai e 19 impiegati. Una mossa ingiustificata e dunque fortemente avversata dalle organizzazioni sindacali di categoria. “La situazione è molto delicata”, ammette Mennato Magnolia, operatore della Filca regionale campana, che sta seguendo la vicenda insieme a Michele Barbone, della Filca di Avellino. “Ci siamo attivati prontamente per scongiurare il peggio. Fin da subito abbiamo coinvolto tutte le istituzioni, peraltro già allertate perché da tempo nella provincia di Avellino è stato istituito un tavolo anticrisi per far fronte alle emergenze in atto un po’ in tutti i settori”.
Questa mattina le organizzazioni sindacali incontreranno il presidente della Provincia di Avellino e l’assessore alle attività produttive, ed a seguire ci sarà un summit in prefettura, alla presenza dei vertici della Novolegno. Mercoledì scorso il consiglio comunale di Montefredane ha approvato un ordine del giorno a sostegno della lotta dei lavoratori e contro la decisione dell’azienda. Insomma, si lavora alacremente su più fronti per evitare il ridimensionamento di un’azienda storica del territorio: la Novolegno è attiva dal 1981, impiega 142 dipendenti, fa parte del Gruppo Fantoni ed è specializzata nella produzione di pannelli in legno. A differenza di altre aziende non sembrava aver accusato il colpo della crisi, motivo per cui l’annunciata mobilità per quasi metà dei dipendenti appare inaspettata.
“È una decisione affrettata ed inspiegabile – accusa Giovanni D’Ambrosio, segretario regionale della Filca – che ci ha colti di sorpresa anche perché la Novolegno è una realtà consolidata nel territorio irpino e fa parte di un grande Gruppo come Fantoni. Sembra davvero che la procedura avviata dai vertici aziendali sia l’avvio di una fase di smobilitazione, mentre a nostro avviso il momento di crisi sembra tranquillamente superabile con il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari, dal momento che l’azienda ha utilizzato solo 13 settimane di Cigo”. La tesi dei sindacati, infatti, è che l’azienda possa benissimo continuare ad applicare gli ammortizzatori sociali ordinari previsti dalla legge, e poi eventualmente la Cassa integrazione straordinaria o i contratti di solidarietà.
“Non si capiscono – aggiunge D’Ambrosio – quali motivi tecnici, finanziari, societari o amministrativi ci siano alla base delle scelte aziendali della Novolegno. Sembra che di colpo si vogliano cancellare 28 anni di attività”. I lavoratori intanto si mobilitano: lunedì mattina è in programma un’assemblea generale di tutti i dipendenti per fare il punto sulla situazione anche alla luce di quanto emergerà negli incontri previsti questa mattina.

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