I primi giorni di settembre portano numerose novità nel settore edile, tutte positive. Ieri, infatti, è entrato in vigore il piano straordinario contro le mafie, che concentra la propria attenzione sugli appalti. Il giro di vite riguarda soprattutto la tracciabilità delle gare, sollecitata da tempo dalla Filca, e punta a debellare il fenomeno dell’illegalità e dell’evasione fiscale nel settore. Tra le misure previste dalla legge 136/2010 ci sono anche norme sul trasporto dei materiali edili e sulle tessere di riconoscimento dei lavoratori che operano presso aziende in regime di appalto. Nel primo caso è previsto che per il trasporto di materiale impiegato in cantiere la bolla di consegna relativa a ciascun carico debba contenere anche il numero di targa dell’automezzo adibito al trasporto e il nominativo del proprietario. La seconda misura introduce l’obbligo, per chi lavora nei cantieri, di esibire una tessera di riconoscimento in cui è precisata anche la data di assunzione, l’autorizzazione se si tratta di un subappalto, la fotografia, le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro. Nel caso di lavoratori autonomi, poi, deve essere riportata l’indicazione del committente.
“Questo provvedimento – dichiara Domenico Pesenti, segretario generale della Filca Cisl – si inserisce nel solco della ‘lotta con ogni mezzo’ alle pesanti infiltrazioni della malavita negli appalti e contribuisce ad aumentare la sicurezza per i lavoratori. Particolarmente positiva la sinergia tra tutte le parti sociali in campo: istituzioni, organizzazioni imprenditoriali e sindacati. Si tratta della stessa formula che anima il ‘Progetto San Francesco’, un ponte-antimafia tra Sicilia e Lombardia fortemente voluto dalla Filca e che comprende tra le altre iniziative una lunga serie di appuntamenti con testimoni e protagonisti della lotta a mafia, camorra e ‘ndrangheta: magistrati e poliziotti impegnati, economisti, giuristi del lavoro e associazioni. Il nostro auspicio – aggiunge – è che si possa intervenire anche verso la selezione delle imprese, tutelando quelle sane e regolari ed escludendo dal mercato quelle irregolari”.
Ma la normativa antimafia non è l’unica novità: nei giorni scorsi, infatti, l’Inps ha diramato un messaggio alle sedi territoriali con cui dà seguito all’interpello n. 26 del 5 luglio scorso. Quel giorno il ministero del Lavoro aveva fornito una interpretazione estensiva della legge 164/75, prevedendo anche alle imprese edili e affini la corresponsione dell’integrazione salariale fino a un periodo massimo di tre mesi continuativi. In casi eccezionali questo periodo può essere prorogato trimestralmente fino a un massimo di 12 mesi. Una vera novità per le imprese di costruzioni, che, per dirla con le parole del professor Michele Tiraboschi, “risponde a criteri di equità sociale”. La domanda, precisa il messaggio, va presentata alla Commissione provinciale per l’edilizia che opera presso la sede Inps territorialmente competente e deve essere corredata dell’accordo sindacale. Il quesito era stato posto da Filca, Feneal, Fillea e Ance.
“La risposta positiva del Welfare e la comunicazione dell’Inps – commenta Pesenti – ci soddisfano particolarmente, perché rispondono alle richieste delle parti sociali ed allargano l’ambito di copertura della Cig nel settore edile, una lacuna che era intollerabile. Questo provvedimento – conclude il leader della Filca – consente alle imprese dell’edilizia di usufruire di periodi di proroga successivi alle prime tredici settimane e fino ad un periodo massimo complessivo di 52 settimane, senza necessariamente dover effettuare una ripresa, pur parziale, dell’attività lavorativa”.