"NEL LEGNO MOBILE SERVE UNA NUOVA MENTALITA’ PER USCIRE DALLA CRISI"

"NEL LEGNO MOBILE SERVE UNA NUOVA MENTALITA’ PER USCIRE DALLA CRISI"

I delegati Filca Cisl delle aziende industriali del mobile in Veneto hanno espresso un giudizio positivo sui contenuti del nuovo contratto nazionale di settore, sottoscritto lo scorso 12 maggio. E’ questo il risultato dell’attivo sindacale che si è svolto a Gorgo al Monticano con la partecipazione di Paolo Acciai, segretario nazionale della Federazione a cui abbiamo posto alcune domande.
Quanto ha pesato nel rinnovo del contratto la riforma del sistema contrattuale?
E’ stata fondamentale. Senza la riforma non avremmo rinnovato il contratto di fronte ad una inflazione programmata pari a zero e con le aziende del settore in crisi. Con tutta probabilità sarebbe slittato di un anno. E invece il contratto parte dal giorno successivo alla scadenza del vecchio e con un risultato economico significativo avendo acquisito al 100% l’indice IPCA sulla inflazione prevista.
Il contesto su cui si è rinnovato in contratto è quello della crisi …
Vanno distinte nell’ambito del settore le diverse attività (si va dall’arredamento della nautica alla produzione di cassette della frutta) che vivono la crisi in modo differente. Poi ci sono anche le singole aziende. Nel caso del mobile ad esempio le aziende che operano nella qualità e nella innovazione la crisi non ha avuto effetti significativi. In quelle dove la produzione è standardizzata la crisi e la concorrenza internazionale si è fatta sentire. Anche nell’imbottito la crisi c’è e si accompagna anche alla delocalizzazione.
Si può sostenere l’idea di un made in Italy anche nel mobile e nell’arredo?
Certo che sì. Anche per selezionare e valorizzare le aziende serie che producono tutto in Italia, rispettano le regole e che sono in grado di personalizzare i prodotti.
Che proposte ha la Filca per i distretti. In Veneto c’è il più grande del settore
Il distretto dovrebbe intanto lavorare da distretto e non solo come occasione di prendere qualche finanziamento o sgravio fiscale. Nel distretto si dovrebbe operare in modo congiunto, imprese e sindacato, per ragionare e stare insieme in modo nuovo. Il nuovo contratto prevede ad esempio la costituzione degli Osservatori di settore, uno strumento utile se anche da parte delle imprese c’è un cambio di mentalità.
Gli incentivi all’acquisto di mobile previsti dal governo che esiti hanno avuto?
Il risultato è modesto: poche le risorse messe a disposizione e molti invece gli adempimenti per accedervi. Effetti quasi nulli quindi sul mercato e sulla produzione. Ma anche qui: perché non si concorda associazione industriali e sindacato una azione concertata sugli incentivi? Perché non si va assieme, con una proposta comune, al Ministero?
(dal sito www.cislveneto.it)

delegati Filca Cisl delle aziende industriali del mobile in Veneto hanno espresso un giudizio positivo sui contenuti del nuovo contratto nazionale di settore, sottoscritto lo scorso 12 maggio. E’ questo il risultato dell’attivo sindacale che si è svolto ieri a Gorgo al Monticano con la partecipazione di Paolo Acciai, segretario nazionale della Federazione a cui abbiamo posto alcune domande.
Quanto ha pesato nel rinnovo del contratto la riforma del sistema contrattuale?
E’ stata fondamentale. Senza la riforma non avremmo rinnovato il contratto di fronte ad una inflazione programmata pari a zero e con le aziende del settore in crisi. Con tutta probabilità sarebbe slittato di un anno. E invece il contratto parte dal giorno successivo alla scadenza del vecchio e con un risultato economico significativo avendo acquisito al 100% l’indice IPCA sulla inflazione prevista.
Il contesto su cui si è rinnovato in contratto è quello della crisi …
Vanno distinte nell’ambito del settore le diverse attività (si va dall’arredamento della nautica alla produzione di cassette della frutta) che vivono la crisi in modo differente. Poi ci sono anche le singole aziende. Nel caso del mobile ad esempio le aziende che operano nella qualità e nella innovazione la crisi non ha avuto effetti significativi. In quelle dove la produzione è standardizzata la crisi e la concorrenza internazionale si è fatta sentire. Anche nell’imbottito la crisi c’è e si accompagna anche alla delocalizzazione.
Si può sostenere l’idea di un made in Italy anche nel mobile e nell’arredo?
Certo che sì. Anche per selezionare e valorizzare le aziende serie che producono tutto in Italia, rispettano le regole e che sono in grado di personalizzare i prodotti.
Che proposte ha la Filca per i distretti. In Veneto c’è il più grande del settore
Il distretto dovrebbe intanto lavorare da distretto e non solo come occasione di prendere qualche finanziamento o sgravio fiscale. Nel distretto si dovrebbe operare in modo congiunto, imprese e sindacato, per ragionare e stare insieme in modo nuovo. Il nuovo contratto prevede ad esempio la costituzione degli Osservatori di settore, uno strumento utile se anche da parte delle imprese c’è un cambio di mentalità.
Gli incentivi all’acquisto di mobile previsti dal governo che esiti hanno avuto?
Il risultato è modesto: poche le risorse messe a disposizione e molti invece gli adempimenti per accedervi. Effetti quasi nulli quindi sul mercato e sulla produzione.
Ma anche qui: perché non si concorda associazione industriali e sindacato una azione concertata sugli incentivi? Perché non si va assieme, con una proposta comune, al Min

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