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Nel 2003 boom di ricorsi all’ufficio vertenze della Filca di Roma

Nel 2003 boom di ricorsi all’ufficio vertenze della Filca di Roma

Roma
Nel 2003 sono stati oltre 2 mila i lavoratori che si sono rivolti all’ufficio vertenze della Filca Cisl di Roma per delucidazioni, consigli, consulenze ed informazioni e oltre cinquecento di loro hanno avviato una vertenza. La maggior parte delle persone che si sono rivolte al sindacato sono lavoratori stranieri di primo livello, con la qualifica di manovale dai 20 ai 28 anni di età. Circa l’80% delle vertenze avviate, infatti, riguarda gli operai immigrati. La maggior parte dei lavoratori di nazionalità italiana che lavora a Roma proviene dalle province di Frosinone e Latina, ha per la maggior parte la qualifica di operaio specializzato di terzo livello ed un’età superiore ai 40 anni. A Roma e in provincia chi lavora nel cantiere viene quasi sempre inquadrato nelle categorie operaio comune o specializzato, pochi come apprendisti. Più della metà degli edili romani ha un’età che va dai 26 ai 45 anni. La quasi totalità delle cause della vertenza riguarda lavoratori pagati al nero, problemi sulla differenza salariale e sul trattamento di fine rapporto (Tfr), la malattia e gli infortuni. Ma, precisa il segretario generale della Filca Cisl di Roma, Stefano Macale, “non sono rari inoltre i casi di operai che si sono rivolti a noi per impugnative di licenziamento, cambi di livello e per gli straordinari. Per quanto riguarda i primi cinque mesi del 2004 si sono rivolti all’ufficio vertenze della Filca Cisl di Roma oltre duecento lavoratori e le problematiche rispecchiano quasi fedelmente quelle dell’anno precedente. Unico cambiamento per quanto riguarda i lavoratori stranieri – sottolinea il responsabile degli edili Cisl di Roma e Lazio – è la diminuzione delle impugnative di licenziamento, perché sembra essersi esaurito il fenomeno delle regolarizzazioni con la sola funzione di far pagare i primi tre mesi di contributi Inps obbligatori all’immigrato, per poi licenziarlo subito dopo la domanda di regolarizzazione ed ancora prima della chiamata presso gli Uffici Governativi”. Il 30% delle vertenze si chiude dopo il conteggio del dovuto ed il tentativo di convocazione in sede sindacale, perché non procedibile per mancanza di testi (relativamente al lavoro nero) e anche perché il lavoratore straniero non è in possesso del permesso di soggiorno; il 30% si chiude positivamente con accordo in sede legale e nel 40% delle vertenze la pratica passa ad un avvocato del sindacato che inizia l’iter giudiziale.

Amedeo Ciotti

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