NATUZZI, SINDACATI: “COMPORTAMENTO DELL’AZIENDA GRAVE E IRRESPONSABILE, RITIRI SUBITO I LICENZIAMENTI”

NATUZZI, SINDACATI: “COMPORTAMENTO DELL’AZIENDA GRAVE E IRRESPONSABILE, RITIRI SUBITO I LICENZIAMENTI”

natuzzi-presidio-mise“Grave, inaccettabile e irresponsabile”: le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, bollano così l’atteggiamento dei vertici di Natuzzi, che oggi nel corso della cabina di regia al ministero dello Sviluppo Economico hanno annunciato di aver già spedito le lettere di licenziamento per 355 dipendenti, nonostante le soluzioni prospettate dalle Regioni Puglia e Basilicata e dal governo, per bocca del viceministro del Mise, Teresa Bellanova.”Per questi lavoratori in Cigs – spiegano i sindacati in una nota – da sabato non ci sarà più alcun ammortizzare sociale a disposizione. Nonostante oggi sia stata annunciata la possibilità di allungare di altri mesi la cassa integrazione in deroga, con risorse messe a disposizione dal governo e dalle Regioni interessate, Natuzzi non intende comunque ritirare il licenziamento, una scelta davvero incomprensibile. L’azienda si assume così una responsabilità gravissima: si sbarazza di 355 persone, che in tutti questi anni hanno contribuito al prestigio e al successo del marchio in tutto il mondo. E Pasquale Natuzzi, che si è sempre vantato di considerare la sua azienda una grande famiglia, 20161013_125810oggi si ritrova a ‘cacciare’ 355 lavoratori, trasformandosi così in un moderno Crono, la figura mitologica che divora i propri figli”.
“A questo punto – concludono i sindacati – siamo fortemente preoccupati anche per il futuro dei restanti 1.918 dipendenti, attualmente in contratto di solidarietà”. Durante il vertice centinaia di lavoratori partiti nella notte da Puglia e Basilicata hanno manifestato davanti al Mise, e lo sciopero nei 6 stabilimenti ha completamente bloccato la produzione. Nelle prossime ore si terranno nuove mobilitazioni con presidi e blocco delle attività, mentre lunedì è in programma un incontro in Regione Puglia per raggiungere in extremis un accordo, ed evitare così un vero dramma sociale per 355 famiglie.
 
 
 

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