“Siamo soddisfatti che abbia vinto la sfida del dialogo e della concertazione: adesso speriamo che entro la fine di aprile si chiuda positivamente il percorso iniziato nei mesi scorsi per non lasciare a casa nessuno dei lavoratori della Natuzzi”. Così il Segretario generale della Filca Cisl di Puglia, Crescenzio Gallo, dopo la riunione di stamane presso la Confindustria barese, alla quale erano presenti tra gli altri i vertici dell’azienda di Santeramo e i rappresentanti delle Filca Cisl di Puglia e Basilicata.
“Crediamo – ha aggiunto Gallo – che quello di oggi sia l’inizio di un percorso che prima del 10 ottobre (data della conclusione della Cig straordinaria) rassicuri tutti i lavoratori sulla loro occupazione”. All’incontro di oggi la Natuzzi ha riferito di avere chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico, riguardo la riorganizzazione aziendale, un incontro straordinario che anticipi quello già previsto della Cabina di Regia al Mise il prossimo 13 maggio, e in cui si annuncia la partecipazione dei sindacati, delle Regioni Puglia e Basilicata, ma soprattutto delle due cosiddette New-Co, aziende che rileveranno in Italia le produzioni oggi delocalizzate in Romania (per circa 50 milioni di fatturato). “In quella sede – sottolinea Gallo – saranno resi ufficiali i nominativi delle New-Co, ad oggi sconosciute, che attiveranno le start-up utili a reimpiegare circa 250 addetti. Oltretutto si parla insistentemente di un’altra iniziativa che riguarda un’azienda agroalimentare interessata ad assorbire 60 lavoratori della Natuzzi. Insomma – conclude il Segretario della Filca Cisl – altri passi in avanti per riportare al lavoro tutti gli esuberi annunciati dall’azienda che vedono il rientro delle delocalizzazioni avviate negli anni per ridare slancio all’economia italiana e al made in Italy in generale”.
Per l’azienda ricostruire una rete di relazioni con le istituzioni e con il sindacato è stato utile per trovare una soluzione contrattata alle difficoltà che gli vengono dalla concorrenza sleale, dal dumping internazionale e dalla necessità di incrementare produttività e qualità per riprendersi quote di mercato.