Un altro anno di Cassa integrazione: è quanto deciso per il Gruppo Natuzzi nel corso di un vertice al Ministero del Lavoro, presenti il presidente del Gruppo, Pasquale Natuzzi, e rappresentanti nazionali e territoriali dei sindacati di categoria Filca, Feneal e Fillea. La cassa integrazione prevede la rotazione per 1.400 dipendenti, e riguarderà un numero massimo di 2.940 lavoratori di 5 stabilimenti dislocati in 4 province (Bari, Taranto, Matera e Udine).
Il nuovo periodo di Cig concesso dal Ministero entrerà in vigore sabato prossimo, 16 ottobre, e durerà 12 mesi. L’accordo di Cig prevede che ogni 3 mesi ci sia una verifica con le Rsu sui criteri di rotazione e garantisce il pagamento anticipato dei trattamenti. Natuzzi, che è anche amministratore delegato del gruppo di Santeramo in Colle leader nella produzione di divani, ha annunciato che tra 6 mesi presenterà un nuovo piano aziendale. Inoltre ha denunciato la presenza, nei territori di Bari e Matera, di imprenditori italiani senza scrupoli che realizzano prodotti imbottiti sfruttando lavoratori cinesi, sottopagati e in nero. Denuncia che ha provocato la pronta reazione dei sindacati, che hanno annunciato che si attiveranno a breve presso il Ministero e gli organi preposti.
All’incontro era presente anche Paolo Acciai, segretario nazionale della Filca: “Oramai siamo al 9° anno di concessione di ammortizzatori sociali per la Natuzzi – ha detto – e non nascondo la nostra profonda amarezza per la presentazione dell’ennesimo piano per il rilancio dell’azienda, che probabilmente non sortirà effetto come i precedenti. Più volte i sindacati hanno invece proposto di realizzare azioni mirate per l’aumento della produttività e la qualità nell’ottica di una reale partecipazione dei lavoratori, auspicando azioni di responsabilità sociale d’impresa. Parole inascoltate dai vertici dell’azienda. Di fronte ai proclami di Natuzzi – ha aggiunto Acciai – ribadiamo che l’alta gamma la si realizza solo con il Made in Italy, e non delocalizzando in India o in Cina. Inoltre non è possibile cambiare ogni 5 mesi piano aziendale e amministratore delegato, come avvenuto sinora”.
Nel corso dell’incontro non è mancata una stoccata nei confronti del Ministero dello Sviluppo economico: “La sua latitanza è un fatto grave – ha sottolineato l’esponente della Filca nazionale – perché dopo aver ricevuto per tempo l’accordo di programma sottoscritto da sindacati e industriali il Ministero non ha ancora dato risposte né garanzie. Vorrei ricordare che si tratta di uno strumento di rilancio effettivo del distretto e della conseguente occupazione dei lavoratori, in un territorio fortemente segnato dalla crisi. Il sindacato – ha concluso Acciai – ritiene necessari quindi una celere approvazione ed il suo finanziamento da parte del Ministero”. Le conseguenze in caso di ulteriore latitanza non mancheranno: è già in programma una grande manifestazione davanti al Ministero, con la partecipazione di tutti i lavoratori interessati.