NATUZZI, FUMATA NERA DOPO GLI INCONTRI TECNICI

NATUZZI, FUMATA NERA DOPO GLI INCONTRI TECNICI

Sarà un’estate tutt’altro che serena quella dei 1.726 dipendenti della Natuzzi, sulla cui testa pende la spada di Damocle della mobilità. Gli incontri tecnici che si sono susseguiti nei giorni scorsi presso il ministero dello Sviluppo economico hanno di fatto confermato lo stallo delle trattative, avviate per evitare che il Gruppo di Santeramo in Colle (Bari), leader nella produzione di divani, confermi il provvedimento, deciso unilateralmente. Ai tre incontri tecnici (sui temi della organizzazione del lavoro e della produttività, della crescita dei volumi e degli investimenti, del costo del lavoro e dei costi della struttura) hanno partecipato i funzionari dei due ministeri interessati (Sviluppo economico e Lavoro), gli amministratori dei territori interessati (regioni Puglia e Basilicata, ed in particolare province di Bari, Taranto e Matera), i rappresentanti nazionali e territoriali dei sindacati Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil e i vertici dell’azienda. La fumata, però, è stata nera, e ora si procederà con le trattative separate del ministero, che incontrerà prima i sindacati (giovedì 1° agosto) e poi l’azienda.
“I vertici del Gruppo – spiega Paolo Acciai, segretario nazionale della Filca – hanno snocciolato una serie di dati, costituiti per lo più da previsioni e annunci di buone intenzioni: si intende aumentare il numero di sedute prodotte dalle 268mila del 2013 alle 490mila del 2018, con la riduzione da 9 a 2 dei giorni di consegna. Inoltre Natuzzi intende realizzare un nuovo brand, chiamato ‘Italia attraction’, con il lancio di 20 nuovi modelli. Ancora, vuole portare allo 0,34% l’attuale quota di mercato mondiale della vendita di divani, attualmente allo 0,24% (nel mondo il valore del mobile imbottito è pari a 53 bilioni di euro, ndr). E poi si vogliono aprire punti vendita in Brasile, una delle tre nazioni estere, insieme a Cina e Romania, nella quale il Gruppo ha delocalizzato. Infine obiettivo dell’azienda è la riduzione del costo del lavoro del 30%. Il bello – aggiunge Acciai – è che per fare ciò la Natuzzi ha dichiarato che sono necessari 160 milioni di euro, che ovviamente non ha. Insomma, questo ennesimo Piano industriale, fotocopia dei precedenti, è semplicemente irrealizzabile. E come se non bastasse l’azienda ha anche minacciato di non applicare più il contratto del Legno, un annuncio delirante”.
Sul territorio murgiano, dunque, già in ginocchio dalla crisi, sta per abbattersi un vero tornado con conseguenze pesantissime, non solo economiche ma anche sociali. “Il 16 ottobre prossimo scadrà la Cassa integrazione – ricorda Acciai – e se non ci saranno soluzioni arriverà la mobilità per 1.726 lavoratori. Il 5 settembre ci incontreremo nuovamente per discuterne, ovviamente c’è la massima disponibilità da parte nostra a valutare qualsiasi soluzione possibile, dai contratti di solidarietà all’esodo incentivato. Mi meraviglio – sottolinea il segretario nazionale della Filca – che gli esponenti delle Regioni, ai tavoli, non abbiano avanzato una sola proposta, nonostante ci siano ben 101 milioni di euro disponibili grazie all’Accordo di programma per il distretto del mobile imbottito, sottoscritto nel febbraio scorso. Risorse preziose ma ancora non utilizzate”.
 

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