Si riunirà domani alle 11:30, presso il ministero dello Sviluppo Economico, la cabina di regia per la vertenza Natuzzi, saltata lunedì scorso. Al vertice parteciperanno i rappresentanti del Mise e dell’azienda e i sindacati nazionali e territoriali di Puglia e Basilicata di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil. Davanti al ministero ci sarà un sit-in dei lavoratori della Natuzzi, che partiranno stasera da Santeramo in Colle (Bari) con diversi pullman, mentre domani è previsto un nuovo sciopero in tutti e 6 gli stabilimenti del gruppo in Puglia e Basilicata, dopo l’ottimo risultato della mobilitazione del 5 ottobre scorso (adesione superiore al 90% e blocco della produzione). “Domani abbiamo l’ennesimo tentativo, forse l’ultimo, per scongiurare quella che si profila come una vera tragedia sociale”, spiega Salvatore Federico, segretario nazionale della Filca-Cisl. “Licenziare i 330 lavoratori che a partire dal 15 ottobre prossimo non hanno più la copertura degli ammortizzatori sociali, tra l’altro in un territorio già colpito duramente dalla crisi, avrebbe ripercussioni gravissime. Natuzzi – accusa Federico – si sta assumendo una grave responsabilità: non accettando la proposta delle Regioni Basilicata e Puglia di attivare la cassa integrazione in deroga fino al 30 dicembre 2016 per i lavoratori interessati, di fatto condanna alla disperazione 330 famiglie, e rinnega tutti i buoni propositi annunciati a più riprese nel corso di questo lungo, complesso negoziato. Ci appelliamo di nuovo ai vertici dell’azienda: dimostrate di essere davvero una grande famiglia, come vi vantate. Ogni alibi per mandare a casa 330 lavoratori è ingiusto e inaccettabile. Inoltre – conclude il sindacalista della Filca – ci chiediamo se la determinazione con cui Natuzzi sta portando avanti le proprie scelte possa ripercuotersi sul futuro dei 1.870 lavoratori del gruppo, che sono già in contratto di solidarietà”. Ieri sera, infine, è saltato il tavolo di trattativa convocato presso la Direzione provinciale del lavoro di Taranto. Anche in questa occasione, infatti, l’azienda ha dichiarato di voler procedere con il licenziamento dei 330 lavoratori per i quali è in scadenza la Cigs.