NATUZZI, ACCORDO INNOVATIVO PER LA CSI

NATUZZI, ACCORDO INNOVATIVO PER LA CSI

L’accordo recentemente sottoscritto al Ministero dello Sviluppo Economico sulla delicata vertenza Natuzzi è stato giudicato positivo ed innovativo dalle organizzazioni sindacali, ma non solo per lo storico rientro in Italia di produzioni precedentemente delocalizzate in Romania. Il testo, infatti, ha il merito di individuare nuovi e precisi percorsi per la ricollocazione dei lavoratori in esubero, evidenziando un sistema finora inedito di relazioni industriali che hanno dato un segnale non solo di efficacia nelle soluzioni condivise, ma hanno anche consentito di approfondire nuovi ed interessanti scenari, a tutto vantaggio dei lavoratori.
L’accordo, per esempio, rappresenta sicuramente una occasione preziosa per attivare la corporate social innovation (CSI),  una sorta di innovazione sociale intesa come capacità di affrontare le grandi sfide globali della società attraverso l’innovazione di prodotti, servizi, modelli di business e processi sociali. Lo scopo che ci si prefigge è quello di mettere in piedi ed avviare modi più solidali di fare mercato, in maggiore sintonia con i bisogni reali delle sue persone e della comunità in cui opera. Lo stesso Presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, ha recentemente ribadito come la corporate social innovation rappresenti una forma potente per modernizzare l’economia, attingere a nuovi settori e mercati, stimolare l’imprenditorialità.
“La Filca Cisl – ricorda Paolo Acciai, segretario nazionale della categoria – è stata sicuramente pioniera del concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) facendosi promotrice, già da alcuni anni, di una nuova e più dinamica politica di relazioni industriali. Questo concetto, più volte evidenziato nelle piattaforme contrattuali e poi divenute in molti casi parti integranti negli articolati contrattuali, non sempre ha trovato una piena esigibilità. Questo a causa sia di una scarsa conoscenza della materia da parte imprenditoriale, ma qualche volta anche per una diversa sensibilità all’interno del sindacato. Una occasione persa, perché non si è stati in grado di cogliere l’aspetto innovativo e ‘sociale’ che questa avrebbe avuto. Oggi – prosegue Acciai – c’è un nuovo modo di pensare: l’impresa del futuro dovrà essere organizzata per essere in grado di integrare la responsabilità sociale d’impresa per favorire l’innovazione sociale, contribuendo alla realizzazione di un reale valore sociale. Nel caso Natuzzi, se si valuta con attenzione l’impatto sociale che ha avuto nelle aree interessate, le regioni Puglia e Basilicata, ci troviamo ad affrontare alcuni temi fondamentali: non sarà importante, infatti, chi risolverà i bisogni, ma la cosa innovativa, in una logica di social innovation, sarà farlo insieme con nuove modalità di relazioni, in modo tale da poter essere trasferite in altri contesti. L’obiettivo, quindi, è quello di costruire nuove relazioni sociali ed economiche con un coinvolgimento non episodico, per creare una ‘economia collaborativa’”.
La Filca, quindi, si prepara a realizzare i contenuti di questo importante accordo cercando di dare nuove risposte per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e delle comunità, implementando nuovi processi di integrazione del mercato del lavoro, nuove competenze, nuovi lavori e nuove forme di partecipazione. La Social Innovation, quindi, come capacità di rispondere a bisogni sociali emergenti in una prospettiva di occupazione durevole e stabile.

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