MORTI SUL LAVORO, PER LA PRIMA VOLTA SOTTO I MILLE NEL 2010

MORTI SUL LAVORO, PER LA PRIMA VOLTA SOTTO I MILLE NEL 2010

Ancora in calo gli incidenti sul lavoro. Nel 2010, il numero dei decessi è sceso per la prima volta sotto la soglia dei mille: sono stati 980, registrando un calo del 6,9% rispetto ai 1.053 del 2009 e toccando un nuovo minimo storico dal dopoguerra (riferimento per le statistiche). La particolarità è che questo calo ha riguardato solo gli uomini, mentre per le donne i casi sono in aumento. È quanto emerge dal bilancio 2010 dell’Inail.

Positivo il commento del segretario confederale della Cisl, Fulvio Giacomassi. “Non possiamo che giudicare positivamente l’andamento decrescente degli infortuni sul lavoro registrato dall’Inail”, dichiara in una nota. “La tutela dei lavoratori – continua Giacomassi- deve essere resa concreta dai fatti e dall’impegno quotidiano, a partire dalla diffusione della cultura e dal radicamento del modello partecipativo. Per questo, regole certe e chiare di prevenzione e protezione, devono essere auspicate da tutti, a partire da un sistema di imprese che, se vuole davvero imporsi sul mercato globale, deve responsabilizzarsi e perseguire la centralità della persona nel lavoro”. “Infatti, e di questo la Cisl ne è profondamente convinta – conclude Giacomassi – una qualificazione delle aziende che possa essere realmente tale, non può che partire dal creare condizioni di tutela e di salvaguardia dell’integrità psico-fisica dei propri lavoratori, che si esprime anche attraverso la contrattazione di secondo livello sui temi dello sviluppo sostenibile, della sicurezza e della tutela dell’ ambiente”.

MEGLIO PER UOMINI CHE PER DONNE. In particolare, lo scorso anno si è registrata una diminuzione, per gli uomini, degli infortuni nel complesso pari al 2,9% (da oltre 545 mila a 529 mila) rispetto al 2009 e dell’8,2% per i casi mortali (da 981 a 901). In leggera crescita invece gli infortuni per le donne: un migliaio in più quelli in complesso (+0,4% rispetto al 2009, da 244 mila a 245 mila) e 7 vittime lavoratrici in più (da 72 a 79), con un incremento percentuale, sempre sul 2009, del 9,7%; metà dei decessi femminili è avvenuto in itinere. Va comunque tenuto conto – sottolinea il rapporto – che le donne rappresentano circa il 40% degli occupati, che la quota di infortuni femminili rispetto al totale è del 32% e dell’8% per i casi mortali: “Si deduce che il lavoro femminile è sicuramente meno rischioso”.

PEGGIO PER STRANIERI. A fronte della sostanziale stabilità del numero di lavoratori stranieri assicurati all’Inail, il 2010 è stato un anno peggiore del precedente (dai 119.240 infortuni del 2009 ai 120.135 del 2010, +0,8%). All’incremento ha contribuito in maniera significativa la componente femminile (+6,8% gli incidenti contro il -1,2% dei maschi), circostanza – viene evidenziato – legata alla progressiva e continua crescita numerica di colf e badanti straniere (soprattutto dell’Est europeo) che lavorano nel nostro Paese. Migliore la situazione per i casi mortali, che nel complesso tra gli stranieri continuano a diminuire (dai 144 del 2009 ai 138 del 2010, -4,2%). Ma ancora con una differenza di genere, che pure va rapportata ai numeri in assoluto: -9,7% i decessi tra gli uomini (da 134 a 121), +70% (da 10 a 17) per le donne.

MENO INCIDENTI SU ‘STRADA-LAVORO’. Gli infortuni ‘in itinere’ (verificatisi al di fuori del luogo di lavoro, nel percorso casa-lavoro-casa e causati principalmente, ma non esclusivamente, dalla circolazione stradale) hanno conosciuto, nel 2010, la riduzione maggiore (-4,7%). Contenuta invece (-1,5%) la riduzione degli infortuni ‘in occasione di lavoro’ (avvenuti all’interno del luogo di lavoro, nell’esercizio effettivo dell’attività) che rappresentano circa il 90% del complesso delle denunce. Da segnalare la crescita (+5,3%) degli infortuni occorsi ai lavoratori per i quali la strada rappresenta l’ambiente di lavoro ordinario (autotrasportatori, rappresentanti di commercio, addetti alla manutenzione stradale, ecc.): i casi sono passati dai 50.969 del 2009 ai 53.679 del 2010, il valore più alto dal 2005, primo anno di rilevazione strutturale e completa del dato.

AGRICOLTURA E INDUSTRIA MEGLIO CHE ALTRI SETTORI. L’analisi settoriale sugli infortuni mostra che è l’Agricoltura a conseguire il risultato migliore (-4,8%), seguita dall’Industria (-4,7%) e dai Servizi, in controtendenza, con un lieve aumento (pari allo 0,4%).

RECORD PER MALATTIE PROFESSIONALI
Le malattie professionali sono protagoniste, anche nel 2010, di un nuovo record: +22%, pari a 42.347 denunce, 7.500 circa in più rispetto al 2009 e oltre 15 mila in più rispetto al 2006, +58%. “La crescita del fenomeno, eccezionale nell’ultimo biennio, si motiva principalmente con l’emersione delle cosiddette malattie ‘perdute’ – spiega il presidente dell’Inail, Marco Fabio Sartori – incentivata dalle numerose iniziative avviate dall’Inail con il contributo delle Parti sociali e dei medici di famiglia. Una particolare evidenza va assegnata alle malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico bio-meccanico, da tempo le più denunciate a livello europeo e divenute negli ultimi anni, anche in Italia, prima causa di malattia professionale con il record di denunce (circa il 60% del totale nel 2010)”.

BILANCIO ECONOMICO, AVANZO SCENDE A 1,334 MLD
L’Inail ha chiuso il 2010 con un avanzo economico pari a quasi 1.334 milioni, in riduzione di circa 709 milioni rispetto al risultato registrato nel 2009, essenzialmente a causa delle minori entrate contributive. Oltre 3,3 milioni le aziende iscritte: +0,63% rispetto al 2009. Gli apporti delle nuove attività derivanti dall’integrazione con ex Ipsema (Istituto di previdenza per il settore marittimo) ed ex Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro), con cui è nato il ‘Polo della salute e della sicurezza, “hanno consentito – rileva l’Inail – di mantenere un risultato complessivamente positivo e comunque in linea con il trend degli ultimi anni”. Il bilancio 2010 dell’Inail presenta un avanzo di cassa di 17.514 milioni di euro; in miglioramento di circa 1.219 milioni rispetto all’esercizio precedente (16.295 milioni di euro). Il disavanzo patrimoniale complessivo 2009 di 456 milioni di euro, invece, si attesta a fine 2010 su un avanzo patrimoniale di 992 milioni, che concretizza un’inversione di tendenza permettendo di registrare un risultato positivo. L’avanzo di amministrazione, pari ad oltre 25.205 milioni di euro, risulta migliore di quello del 2009 (23.925 milioni).

(dal sito www.conquistedellavoro.it)

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