“A Modena ci sono lavoratori dell’edilizia che non ricevono lo stipendio da tre, quattro, cinque mesi. Chiediamo alle banche di sostenere le imprese edili in difficoltà a causa della crisi del settore e dei tempi di pagamento dei committenti, sia privati che pubblici”. L’appello è lanciato dal sindacato Filca-Cisl di Modena, il quale afferma che, oltre alla tenuta occupazionale (nei primi quattro mesi del 2011 il saldo assunzioni-cessazioni in edilizia è stato negativo per 1.205 unità), il problema principale del settore delle costruzioni è quello finanziario.
“L’edilizia dipende in maniera vitale dal credito: senza finanziamenti gli investitori non investono, i costruttori non costruiscono, i potenziali acquirenti non comprano – spiega il segretario provinciale della Filca-Cisl, Domenico Chiatto -. Per le imprese l’accesso al credito è come l’ossigeno, molte di loro sono messe in ginocchio dai ritardati o mancati pagamenti. La stessa pubblica amministrazione paga a volte dopo due-tre anni dalla consegna dei lavori”.
Chiatto ricorda che a Modena il settore delle costruzioni ha creato, attraverso i consorzi fidi, strumenti in grado di fornire maggiori garanzie alla banche; tuttavia occorre che gli istituti di credito facciano di più. “Ci sono aziende – continua il segretario degli edili Cisl – che non riescono a pagare i loro fornitori e dipendenti, i quali a loro volta non riescono a rispettare le scadenze di mutui, affitti, utenze. È necessario garantire la certezza dei pagamenti alle imprese che svolgono correttamente i loro lavori”. Secondo la Filca-Cisl solo un’azione straordinaria degli istituti dl credito può far ripartire il ciclo virtuoso delle costruzioni, a sua volta volano per l’economia perché in grado di generare più indotto di qualsiasi altro settore. “In caso contrario rischiamo che siano spazzate via le imprese più strutturate, a vantaggio di una frammentazione del settore, trasformato in una giungla di soggetti anonimi che – conclude Chiatto – non saranno in grado di garantire la sicurezza e la qualità del lavoro, con danni enormi per tutta la collettività”.