Proclamazione dello stato di agitazione in tutti i siti produttivi della Sacci e richiesta di apertura di un tavolo a livello nazionale presso il ministero dell’Industria e dello Sviluppo economico. Sono le mosse dei sindacati nazionali di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil, Fillea-Cgil, in risposta alla decisione del Gruppo, produttore di cemento e calcestruzzo, di mettere in mobilità 135 dipendenti e chiudere lo stabilimento di Castelraimondo, in provincia di Macerata. Una decisione che i sindacati contestano anche per l’interessamento mostrato da Buzzi Unicem, società quotata in Borsa e secondo operatore cementiero nazionale dopo Italcementi, che ha annunciato la volontà di acquisire ben il 99,5% delle quote azionarie della Sacci.
“Siamo contrari all’attuazione del piano prospettato da Sacci – spiega Riccardo Gentile, segretario nazionale della Filca – perché in attesa delle possibili evoluzioni, vista la proposta di Buzzi Unicem, non mi sembra davvero il caso di procedere alla messa in mobilità di ben 135 tra operai ed impiegati. Per salvaguardare i livelli occupazionali, ad esempio, ci potrebbe essere il ricorso alla cassa integrazione in deroga per almeno un anno”. In particolare la procedura di mobilità, avviata il 13 marzo scorso, interessa gli 83 lavoratori di Castelraimondo e i 3 ancora in forza a Livorno, stabilimento nel quale le attività di produzione e commercializzazione del cemento sono terminate già da alcuni anni. E poi 17 unità a Pescara (su un totale di 20), 13 (su 41) nella sede centrale di Roma e 19 negli impianti di calcestruzzo in diverse regioni italiane (2 nel Lazio, 3 in Toscana, 11 in Abruzzo e 3 nelle Marche). La mobilità decisa da Sacci non riguarda, invece, gli stabilimenti di Tavernola, nel bergamasco, salito agli onori della cronaca per il licenziamento ‘disciplinare’, poi ritirato, di un delegato della Filca, di Cagnano, in provincia dell’Aquila e di Testi a Greve in Chianti, in provincia di Firenze. In totale in questi tre stabilimenti operano 186 lavoratori.
“In tutti gli stabilimenti – sottolinea Gentile – sono previste mobilitazioni e manifestazioni di sostegno e solidarietà nei confronti dei 135 lavoratori per i quali è stata decisa la mobilità. In particolare gli 83 dipendenti di Castelraimondo sono già in sciopero ad oltranza. Adesso – aggiunge il segretario nazionale della Filca – siamo in attesa degli incontri del 17 aprile con Buzzi, nel corso del quale ci aspettiamo dettagli sul Piano industriale che si intende adottare per il progetto di acquisizione della Sacci, e poi del 22 aprile con la Sacci, con i cui vertici ci confronteremo sulla riorganizzazione in corso e valuteremo l’offerta di Buzzi, per capire che margini di azione ci sono”.
La situazione di Sacci resta delicata, tra problemi di liquidità ed una esposizione debitoria nei confronti delle banche di circa 400 milioni di euro. Nel periodo 2008/2014 Sacci ha visto contrarsi i volumi di cemento venduto di oltre quasi il 40%, con punte dell’88% per lo stabilimento di Pescara e del 60% per quello di Castelraimondo. Numeri ancora più sconfortanti per quanto riguarda il calcestruzzo, con una contrazione delle produzioni e delle vendite del 70% nel periodo 2009/2014. Un motivo in più per guardare con interesse all’offerta di Buzzi.