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MOBILI CASSINA, DALLA BRIANZA IN ROMANIA

MOBILI CASSINA, DALLA BRIANZA IN ROMANIA

Fino a qualche tempo fa si trasferivano all’estero lavorazioni con scarso contenuto professionale, ora si iniziano a delocalizzare anche produzioni di alta qualità. È quanto sta accadendo alla Cassina, storica azienda diMeda, leader mondiale nell’arredamento di design. I lavoratori hanno, infatti, proclamato lo stato di agitazione contro la possibilità ventilata dall’azienda di spostare parte delle produzioni in Romania. Una scelta motivata con problemi di redditività che oltre a provocare la perdita di una cinquantina di posti di lavoro, tra dipendenti interni e lavoranti a domicilio, in maggioranza donne, rischia di destabilizzare l’intero comparto dell’arredamento di alta gamma. ”Cassina è un’azienda sana, dunque l’ipotesi di trasferire parte della produzione è dovuta semplicemente all’intenzione di guadagnare di più – spiega Armando Busnelli, segretario generale Filca Monza-Brianza -. Una politica miope, tesa più a soddisfare nel breve periodo i dividendi degli azionisti piuttosto che salvaguardare un’azienda che per oltre 80 anni ha contrassegnato il mondodel design, costruendosi una fama a livello internazionale per l’alto livello qualitativo della propria produzione”.
Cassina, con i suoi 300 dipendenti, oggi fa parte del Gruppo Poltrona Frau, ed è fra le aziende più antiche del panorama nazionale in materia di design. Nata a Meda nel 1927 con i fratelli Cesare e Umberto, nel dopoguerra si dedica all’allestimento delle grandi navi da crociera, come l’Andrea Doria, poi la grande svolta con l’architetto Giò Ponti e grazie alla grande capacità del personale interno e all’appoggio di artigiani esterni. A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 arrivano le collaborazioni con altri designer di fama internazionale: Afra e Tobia Scarpa, Mario Bellini, Vico Magistretti, Gaetano Pesce. Con la collezione ”I Maestri”, Cassina riscopre all’inizio degli anni ’70 la possibilità di mettere in produzione le creazioni dei grandi architetti del primo ’900. Le opere di Le Corbusier, Mackintosh, Frank Lloyd Wright, vengono riproposte e realizzate per un pubblico raffinato. In questi modelli i materiali scelti sono di primissima qualità e tutte le fasi di lavorazione estremamente curate. ”Questa è la Cassina del saper fare e del sapere fare bene, in simbiosi con la struttura produttiva del territorio – spiega ancora Busnelli – che grazie a queste capacità è stato riconosciuto come Distretto del mobile di design di alta qualità”.
L’azienda, che fino agli anni ’90 era di proprietà della famiglia Cassina, ha poi vissuto periodi in cui il pacchetto di maggioranza è passato attraverso società multinazionali di vocazione più finanziaria che industriale. Fino a quando, nel 2005, l’azienda viene rilevata dal fondo Charme di Luca Cordero di Montezemolo e di Della Valle e incorporata nel Gruppo Poltrona Frau, con l’obiettivo di portare nel mondo la cultura italiana del bello, dando vita ad un polo mondiale del design d’alta gamma. Arriviamo così ai giorni nostri. Dopo qualche settimana in cui l’azienda mandava delle lavorazioni di cucito in Romania, finalmente il 14 giugno ha accettato una convocazione in Confindustria, a Monza, dichiarando la necessità di migliorare i margini di guadagno e che per ottenere ciò stava studiando la  delocalizzazione della lavorazione del cucito, ritenendola non più strategica. Lavoratori e sindacati temono che la chiusura del reparto cucito provochi delle pesanti ricadute sull’occupazione e che sia solo il primo passo verso lo smantellamento dell’intero processo produttivo. ”Vogliamo vederci chiaro – sottolinea Busnelli – per questo chiediamo che la direzione aziendale presenti un piano industriale che salvaguardi gli investimenti e la produzione nel nostro territorio”.

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