Un nuovo patto per il Mezzogiorno e la sanità. La proposta è del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, il quale assicura che il sindacato si farà sentire sulle opere infrastrutturali che sono al palo. “Io vedo un Patto per il Sud. Su tutto – ha detto in un’intervista su Il Messaggero – Tra parti sociali, Regioni, governo, partiti. Che selezioni flussi e obiettivi i spesa”. Ma anche le opere finanziate assicurandosi che partano e si completino. “Anzi – ha aggiunto Bonanni – su questo ci prepariamo a farci sentire con una protesta forte sulle singole opere bloccate. Chiederemo commissariamenti, e un elenco nazionale di tecnici di punta cui affidarne personalmente la responsabilità. Il modello variante di Mestre che è quello giusto”.
In verità, i soldi per il Sud verranno sbloccati ma si deciderà in modo centralizzato come spenderli. Sulla carta la cifra potrebbe essere di 18 miliardi da qui al 2013. Ma “in concreto fino a tutto il 2010 i soldi da spendere potrebbero essere pochi”. Secondo quanto riferisce oggi “La Stampa”, la presidenza del Consiglio sta elaborando “autonomamente” il piano per il Sud. La decisione è maturata di domenica, all’improvviso, perché Silvio Berlusconi – scrive il quotidiano – ha letto sul “Sole24Ore” una intervista molto polemica del sottosegretario Micciché che gli gettava la sfida: faccia vedere che decide lui e non il ministro dell’Economia.
Secondo il piano della presidenza del consiglio, si deciderà al centro, d’intesa con le Regioni, in modo che le risorse siano davvero impiegate per il futuro, in infrastrutture materiali e immateriali, e non gonfino invece la spesa corrente. Ci sarà insomma “una cabina di regia” e non si tornerà alla cassa del Mezzogiorno. E si cercheranno i “grandi progetti” per evitare gli stanziamenti a pioggia del passato. Le priorità saranno concordate fra i ministri dell’Economia, dello Sviluppo e delle Infrastrutture e l’istruttoria sui programmi resterà affidata al ministero per lo Sviluppo.
Quanto ai fondi di cui si parla, sono la parte del Fas (fondo aree sottoutilizzate) destinata al Mezzogiorno. Ma, ricorda “La Stampa”, ormai una parte del Fas è stata dirottata ad altri usi, in particolare in chiave anticrisi. I fondi rimanenti potranno essere assegnati “però di spendibile in concreto nel 2009 e 2010 rischia di esserci poco, a meno di non spostare risorse da altri impieghi”.
Confindustria e Ance Sicilia: vogliamo i fatti – Lo sviluppo passa attraverso le infrastrutture. Così la pensano i giovani imprenditori siciliani di Confindustria che hanno incontrato questa mattina il sottosegretario ai Trasporti, Giuseppe Maria Reina, assieme all’Ance regionale. “Non volendo entrare nella polemica politica sul Partito del Sud – ha detto Giorgio Cappello, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Sicilia – siamo però contenti che finalmente si siano accesi i riflettori sul Meridione. Il governo ha detto che ci sarà un piano speciale per il Mezzogiorno, ma vogliamo che alle parole seguano i fatti”. Sul piano delle infrastrutture, secondo i dati dell’Ance, la regione è indietro del 20% rispetto al resto d’Italia. “Enna è addirittura – ha spiegato Marcello La Rosa dell’Ance – al 96/simo posto in Italia. In Sicilia c’è un calo degli appalti del 7,3% rispetto al 2008. Inoltre ci sono solo appalti di grossa entità che non permettono alle piccole realtà locali di partecipare alle gare. Bisognerebbe lottizzarli”.
(dal sito WWW.CONQUISTEDELLAVORO.IT)