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METRO “C” DI ROMA, SINDACATI SI RIVOLGONO AL PREFETTO PER FAR RIPARTIRE L’OPERA

METRO “C” DI ROMA, SINDACATI SI RIVOLGONO AL PREFETTO PER FAR RIPARTIRE L’OPERA

IMG_2172Un appello accorato a Gabrielli, per la convocazione immediata di un tavolo, presso la Prefettura di Roma, con tutti i soggetti interessati per far ripartire l’opera e garantire lavoro: questa la richiesta dei sindacati territoriali dell’edilizia Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, emersa in mattinata a conclusione della conferenza stampa di denuncia sul blocco dei lavori per la realizzazione della Metro C e sul fallimento della mobilità capitolina.
Il Consorzio ha infatti ufficializzato la chiusura dei cantieri e avviato le procedure di mobilità per licenziare tutti. 110 i dipendenti coinvolti, a cui vanno ad aggiungersi circa 400 operai dell’indotto.
La Metro C si fermerà forse a San Giovanni (stazione non ancora completata), e non vi sarà alcun prolungamento fino ai Fori Imperiali (tratta T3). Un’opera monca, dunque inservibile. Dopo 9 anni di lavori, un esborso scandaloso di denaro pubblico ed enormi disagi, il tracciato oggi consegnato alla Città non è ancora collegato alle altre due linee metropolitane, A e B, snodi importanti per garantire la mobilità cittadina.
La più grande opera d’Italia, una delle più importanti a livello europeo, chiude i battenti. Il CdA del Consorzio Metro C, nonostante il contratto in essere e un’opera da ultimare, a tutt’oggi finanziata fino ai Fori ai imperiali – ancora 545 milioni di euro da “lavorare” – ha deciso di abbandonare le lavorazioni e di licenziare tutto il personale. Il Consorzio rivendica mancati pagamenti dei SAL (stato avanzamento dei lavori) da parte di Roma Capitale, per un importo di 115 milioni di euro, in aggiunta ad altri 85 per opere effettuate e non liquidate.
IMG_2177A pagare, per l’ennesima volta, saranno coloro che finora hanno garantito l’esecuzione dell’opera, cioè i lavoratori, in nome della socializzazione delle perdite e della privatizzazione degli utili. Nessuno, infatti, intende assumersi la responsabilità del controllo, della programmazione e del pagamento dei SAL (stato avanzamento dei lavori).
Nel disastrato scenario politico-istituzionale in cui versa la città di Roma, Capitale d’Italia, ci appelliamo al Prefetto Gabrielli, a cui invieremo oggi stesso una lettera, perché convochi un tavolo con tutti i soggetti interessati” – dichiarano Remo Vernile e Stefano Costa della Feneal Uil di Roma, Raffaele Galisai e Simone Danna della Filca Cisl di Roma, Benedetto Truppa e Diego Piccoli della Fillea Cgil di Roma e Lazio – “In un momento così delicato riteniamo il Prefetto Gabrielli l’unico referente in grado di garantire clausole di salvaguardia occupazionale per questi lavoratori, che andrebbero ad aggiungersi agli oltre 27mila posti di lavoro già bruciati in edilizia a Roma e provincia negli ultimi tre anni. E’ a rischio la tenuta sociale. Il completamento della tratta T3 (San Giovanni-Colosseo) rappresenta un asset indispensabile per la mobilità cittadina. Confidiamo in una rapida risposta da parte della Prefettura”.

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