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MESSINA, MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI DELL’EDILIZIA

MESSINA, MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI DELL’EDILIZIA

La crisi economica, ormai in corso da anni, ha profondamente segnato il tessuto produttivo della nostra provincia, provocando la chiusura di centinaia di imprese e migliaia di licenziamenti:in particolare dal 2008 oltre 3.500 operai edili hanno perso il posto di lavoro. A fronte del dramma occupazionale vissuto, va rilevato che questa provincia è stata anche teatro di gravissimi disastri ambientali (tra il 2009 e il 2011 40 morti e oltre 2.800 sfollati) che impongono un massiccio investimento di risorse per la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio.

Inoltre, questa provincia, soffre una grave carenza infrastrutturale che passa dalla dismissione ferroviaria (binario unico ME/PA, tratto ME/CT con un progetto esecutivo di poco meno di 2 miliardi bloccato da anni), dall’arretratezza del sistema portuale (pensiamo alle potenzialità commerciali per i porti di Sant’Agata, di Lipari e di Milazzo, e alla funzione svolta dal polo di Tremestieri), dalle condizioni disastrose delle strade (comunali e statali) e delle reti autostradali:solo per i risarcimenti per gli incidenti causati dal dissesto delle strade il Comune di Messina paga circa 1 milione di euro l’anno. Condizioni che, di fatto, impediscono l’attrazione degli investimenti e pregiudicano ogni possibilità per questo territorio di agganciare eventuali fasi di crescita economica.

Tutto questo, inoltre, passa dal superamento del patto di stabilità che – se confermato – non potrà che accelerare la corsa verso una più grave crisi recessiva. E’ evidente, infatti, che – a fronte di un sistema produttivo semi-desertificato e indebolito sul piano finanziario – un ruolo strategico nel contrastare la crisi è affidato alla Pubblica Amministrazione, alla sua capacità di semplificare le procedure per sbloccare le opere già finanziate e direttamente cantierabili, di monitorare i progetti in fase esecutiva e di programmare gli interventi per il risanamento (pensiamo al valore moltiplicatore degli investimenti per l’edilizia residenziale pubblica), di salvaguardare i livelli occupazionali inserendo nei bandi di gara il principio di congruità (impedendo i selvaggi ribassi che sono poi scaricati sugli operai in termini di lavoro nero) e mettendo fine alle pratiche del sub-appalto, spesso veicolo dell’infiltrazione criminale nei cantieri edili.

Un vero, massiccio, investimento per la riqualificazione e l’infrastrutturazione del territorio va accompagnato da un adeguato intervento per garantire la legalità nei luoghi di lavoro, garantendo il rispetto delle normative sul lavoro e di quanto previsto dai contratti collettivi: occorre il potenziamento delle attività di controllo di tutti gli uffici ispettivi (Ispettorato del Lavoro, Inps, Asl).

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