Una task force coordinata dal Prefetto e della quale facciano parte i rappresentanti dell’Ispettorato del lavoro, dell’Inail, dell’Inps e dei sindacati. L’obiettivo è quello di ripristinare la legalità nei cantieri edili di Messina e provincia. A chiedere questa misura, con una lettera inviata al Prefetto Francesco Alecci, sono stati il segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese e il segretario provinciale della Filca Cisl Giuseppe Famiano.
“Il dato allarmante – spiegano Genovese e Famiano – è l’aumento preoccupante dei part-time, una tipologia contrattuale che spesso nasconde un vero e proprio lavoro a tempo pieno ma con le tutele dimezzate o addirittura del lavoro nero. Così il dato di mille lavoratori edili in meno rispetto allo scorso anno diventa ancora più pericoloso, perché probabilmente continuano a lavorare ma senza tutele né previdenziali, né assicurative”.
La Cisl e la Filca hanno sottolineato come quello edile sia uno dei settori più colpiti dalla crisi economica a causa del fermo del mercato delle costruzioni private e dei cantieri pubblici. Il sindacato, nell’evidenziare l’utilizzo sempre più improprio delle tipologie contrattuali, il lavoro nero, l’evasione contributiva e il mancato rispetto delle norme di sicurezza, sottolinea come nel semestre ottobre 2009 – marzo 2010 risultino ben 696 rapporti di lavoro part-time in 476 imprese edili. Periodo di tempo nel quale sono stati dichiarati circa 1000 lavoratori in meno.
“Bisogna porre fine all’applicazione esagerata di queste tipologie contrattuali, che vengono utilizzate solo per camuffare il lavoro irregolare – chiedono i segretari di Cisl e Filca – Molti lavoratori in nero, a causa dei loro problemi economici, non riescono a denunciare i propri datori di lavoro e accettano ciò che gli viene proposto senza ribellarsi. Chiediamo agli ispettori del lavoro di effettuare controlli a tappeto”.
Per la Filca è necessario attivare una task force coordinata dalla prefettura allo scopo di ripristinare la legalità nei luoghi di lavoro e coinvolgere una classe politica assente, distratta e non preoccupata dello sviluppo economico del territorio. “Le istituzioni locali – concludono – mettano in atto tutti quei provvedimenti necessari a garantire il lavoro, predispongano un piano di sviluppo che faccia ripartire il settore edilizio e chiedano ai governi nazionale e regionale i finanziamenti per la realizzazione delle infrastrutture già cantierabili. Finanziamenti indispensabili per dare una boccata di ossigeno al settore dell’edilizia”.