“La manovra economica approvata in pochi giorni dal Parlamento non aveva alternative né sui tempi né sulla quantità, ma il provvedimento risulta fortemente squilibrato sul piano dell’equità sociale con il carico dei costi e dei tagli posti ancora in prevalenza sulla parte più debole della popolazione”. E’ il giudizio che la segreteria confederale della Cisl affida ad una lunga nota nella quale spiega come la confederazione, nell’immediato ed in prospettiva, sarà impegnata a rendere il provvedimento più equo e sostenibile, con proposte alternative sostenute da una costante mobilitazione sociale.
- Di seguito, la nota diffusa dalla segreteria
RENDERE PIU’ EQUA LA MANOVRA ECONOMICA 2011-2014
Nel valutare la manovra economica 2011-2014, approvata in pochi giorni dal Parlamento su fermo invito del Capo dello Stato per non lasciare l’Italia in balìa della speculazione internazionale, la Cisl conferma il giudizio di necessità ed urgenza per il nostro Paese di azzerare il deficit di bilancio entro il 2014 e successivamente come già previsto dagli accordi a livello europeo, di risanare il bilancio pubblico, con riduzione annue dello stock del debito che eccede il 60% del PIL (oltre 900 miliardi). Ne consegue che la manovra non aveva alternative né sui tempi né sulle quantità.
Tuttavia, i provvedimenti contenuti nella manovra, decisi in modo convulso e disordinato da Governo e Parlamento, sono fortemente squilibrati sul piano dell’equità sociale con il carico dei costi e dei tagli posti ancora in prevalenza sulla parte più debole della popolazione, in particolare sulla spesa sociale, nonostante l’intervento del Sindacato abbia permesso di recuperare: la rivalutazione delle pensioni fino a cinque volte il minimo, l’imposta di bollo dovuta sui depositi di titoli che è stata rimodulata introducendo un criterio di progressività del prelievo in relazione all’ammontare complessivo dei depositi stessi e salvaguardare nel settore pubblico la contrattazione collettiva integrativa.
L’ impegno della Cisl , pertanto, nell’immediato e nella prospettiva, sarà finalizzato a rendere questa manovra più equa e socialmente sostenibile, con proposte alternative sostenute da una costante mobilitazione sociale.
In particolare: va recuperato immediatamente l’errore più vistoso: il mancato taglio di quella parte di privilegi del ceto politico che non sono più accettabili né accettati. Con i presidi sotto il Parlamento, la Cisl ha chiesto ai Presidenti di Camera e Senato di dare un segnale di etica istituzionale già dai prossimi giorni, anticipando quelle riduzioni dei trattamenti ai parlamentari e del finanziamento ai partiti che la manovra rimanda alla prossima legislatura. Analogamente la scelta precipitosa di ripristinare con effetto immediato i tickets sanitari, va sostituita da altri provvedimenti di contenimento della spesa , come positivamente hanno già deciso alcune Regioni, che si sono impegnate a non applicare i nuovi tickets;
riguardo il contributo unificato per la giustizia del lavoro e la stretta sul contenzioso previdenziale vanno immediatamente chiarite le modalità applicative che escludano una insostenibile crescita di costi e la cancellazione del diritto di ricorso;
in prospettiva è necessario che l’obbligo, non eludibile, di ridurre di decine di miliardi nel 2013 e nel 2014, la spesa pubblica non venga scaricato sulle condizioni di tutela sociale, con conseguenze negative sui servizi sociali, sulle famiglie, sui redditi più bassi.
Per la Cisl, le risorse necessarie per il pareggio del bilancio corrente e per la riduzione del debito, dopo il 2014, vanno trovate attraverso altre strade, con una nuova logica di intervento che sappia realizzare in modo incisivo quelle riforme, istituzionali, amministrative, organizzative per una diversa qualità della spesa pubblica che purtroppo la manovra indica troppo debolmente.
Va realizzata con tempestività e fermezza una riorganizzazione istituzionale con l’accorpamento dei Comuni, il superamento della natura costituzionale delle Province, una forte aggregazione almeno su base regionale delle società municipalizzate, che possa permettere il recupero in breve tempo di alcuni miliardi di euro all’anno senza creare disagi sociali.
L’introduzione nella spesa sociale e sanitaria dei costi-standard, dell’unificazione degli acquisti, di semplificazioni organizzative che, salvaguardando i livelli essenziali delle prestazioni ai cittadini, permettano di aggredire l’area molto vasta delle inefficienze, degli sprechi, della spesa clientelare.
Alla riorganizzazione amministrativa ed istituzionale, alla razionalizzazione della spesa sociale e sanitaria va finalizzata la contrattazione integrativa nei settori del lavoro pubblico recuperando qualità dei servizi e risorse per la contrattazione a vantaggio dei lavoratori:
la continuità nell’azione di contrasto dell’evasione fiscale, che ha dato buoni risultati nel 2010/2011, ora rischia di essere indebolita. Vanno, invece, irrobustiti gli strumenti nazionali, ottenuti lo scorso anno sotto la spinta della Cisl, quali tracciabilità, redditometro, fatturazione telematica, contrasto degli interessi e in parallelo va fortemente sviluppata la lotta all’evasione fiscale da parte degli Enti Locali, che potranno trattenere delle risorse recuperate e dedicarle ai servizi sociali per la collettività.
l’anticipazione, rispetto ai tempi non definiti, della tassazione al 20% delle rendite finanziarie.
Realizzando queste proposte a partire dal 2012 si possono reperire le risorse necessarie alla cancellazione del deficit annuo di bilancio, in modo alternativo a quello che la manovra indica, senza pregiudicare l’altra grande necessità per il Paese, cioè interventi finalizzati al rafforzamento della crescita. Anche in questo caso sono necessarie riforme coraggiose e servono subito fatti concreti:
una scelta decisiva per le liberalizzazioni, affinché i diversi settori, diventino motore di investimento, superando le attuali comode rendite di posizione;
un rilancio degli investimenti pubblici e privati, a partire dall’utilizzo delle risorse disponibili per le infrastrutture, per le reti energetiche, per le aree del Mezzogiorno, bloccate da veti e inerzie;
la riforma fiscale per ridurre il peso fiscale sui redditi di lavoratori, pensionati e famiglie, incentivando lavoro ed investimenti, sostenendo così la domanda interna pericolosamente stagnante.
La Cisl continuerà a realizzare manifestazioni e presidi di fronte ai palazzi delle Istituzioni, nazionali e locali, per richiedere con forza a Governo e Parlamento, a Regioni ed Enti Locali il coraggio delle scelte, una nuova capacità di accompagnare il necessario rigore, non con la logica dei tagli sociali lineari ma con una capacità di cambiamento, di innovazione, con una consapevole ricerca di equità sociale e sviluppo.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)