“Bisogna saper dare tutti insieme una risposta alle difficoltà del paese sulla base dell’appello di Napolitano“. Questo il commento a caldo del leader Cisl, Raffaele Bonanni, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi tra Governo e parti sociali. “Serve rigore, ma con equità – ha sottolineato Bonanni – ai tagli devono corrispondere sacrifici da parte di chi ha di più. Solo così la manovra sarà accettata dai cittadini. Ecco perchè la Cisl darà un giudizio alla fine, dopo aver letto i testi”.
Bonanni ha chiesto di colpire l’evasione e il passaggio contanti, la tracciabilità è indispensabile, non esiste alcun vulnus sulla privacy; bisogna inserire in manovra i primi elementi di costruzione della riforma fiscale. Su pubblico impiego e scuola si devono dare risposte ai precari. I vuoti negli organici vanno coperti. Positivo rafforzare i premi di produttività. “Sono un segnale importante anche il ripristino della fiscalità di vantaggio e le zone franche. Ma ora bisogna sfoltire i livelli amministrativi – ha concluso – se si fa la manovra a metà la gente non capirebbe. Il buon giorno si vede dal mattino”.
Ed “Epifani? Aveva fretta, doveva andare via. Questa è la ragione perchè qui siamo solo io e Angeletti”. Il leader della Cisl ha spiegato così così l’assenza del segretario generale della Cgil, che ha preferito incontrare da solo i giornalisti in sala stampa a Palazzo Chigi. Da quanto si apprende, Epifani non ha preso la parola durante la riunione con il Governo.
Il peso dell’Europa su questa manovra si è avvertito. La Conferma è venuta dalle parole di Luigi Angeletti: “Che la manovra è necessaria lo dice l’Europa e sulla strada da percorrere non c’è alternativa alla riduzione della spesa pubblica”. Il segretario generale Uil, accennando alle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, ha indicato la disponibilità a “fare sacrifici purchè siano equi”.
Così, per esempio, sul blocco dei rinnovi contrattuali per gli statali “non siamo entusiasti, anzi sicuramente contrari, ma sappiamo che va tagliata la spesa pubblica: se avviene da solo non siamo d’accordo, ma se anche se gli altri che possono di più pagano di piu è un segno di equità. Un sacrificio che si può accettare”, ha detto Angeletti.
L’alternativa ai tagli di spesa, dice Angeletti, sarebbe stata aumentare le tasse. Ma, ha aggiunto “siamo contrari all’aumento delle tasse perchè danneggerebbe l’economia, e perchè siamo noi a pagarle”. E, considerano l’evasione, fino a quando non si risolve il problema di avere un fisco decente parlare di aumento delle tasse ai ricchi sarebbe solo un modo per aumentarle a lavoratori dipendenti. Se bisogna ridurre la spesa pubblica, per il leader della Uil, “bisogna partire dai costi della politica, che sono tra quelli aumentati di più, dalla Camera al Quirinale, ci siamo svenati, e non è che la democrazia è migliorata” L’evasione fiscale è un’altra anomalia italiana: combatterla è un obiettivo che bisogna sostenere.
Per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, se la manovra va nella direzione del taglio della spesa pubblica e se comincia anche a dare risposte sulla produttività si tratta di una manovra positiva per il Paese. Lo avrebbe detto, a quanto si apprende, al tavolo in corso a Palazzo Chigi. “Questa manovra è necessaria perchè si sono acuiti due problemi: la crisi greca e l’attacco all’euro avrebbe detto ancora il presidente di Confindustria ricordando che in questi anni «costo del lavoro per unità di prodotto e spesa pubblica sono cresciuti troppo”.
Confindustria, da cui arriva in sostanza un sì condizionato alla manovra, condivide inoltre la necessità di affrontare i temi della lotta all’evasione e dei costi della politica su cui “servono tagli veri” avrebbe detto ancora Marcegaglia secondo la quale “se chiediamo al Paese di fare sacrifici è bene che lo faccia anche chi questi sacrifici li chiede”. Confindustria è consapevole che si tratti di tagli non esorbitanti per i bilanci dello Stato.
“Questa manovra non è come le altre. Quindi è giusto che tutti gli enti di governo facciano la loro parte”. Ad affermarlo secondo quanto si apprende, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, durante l’incontro a Palazzo Chigi con Regioni, Province, Comuni e comunità montane. “Ridurre la spesa è il secondo comandamento”, ha proseguito il ministro dell’Economia, sottolineando come la manovra serva a prescindere dalla ripresa economica perché ne va della stabilità finanziaria. Sarà una manovra 12 più 12 miliardi nel prossimo biennio, ha ricordato Tremonti, illustrando gli interventi a Palazzo Chigi. La correzione – ha ricordato – sarà di 12 miliardi il primo anno e di 12 miliardi il secondo. Ovviamente le misure sono strutturali e quindi il secondo anno l’intervento complessivo varrà il doppio. Ci sarà poi un forte contrasto all’evasione fiscale il cui gettito fiscale effettivo però dovrà essere verificato nei prossimi anni.
Tempi molto stretti, dunque. Per questo, il governo ha convocato imprese e sindacati per la tarda mattinata di oggi, a Palazzo Chigi per discutere i contenuti della manovra economica per il 2011-2012, incontro che è già in corso. Nel pomeriggio il consiglio dei ministri per esaminare il provvedimento. I sindacati attendono le cifre: “Pensiamo che sia un primo intervento di correzione e risanamento dei conti pubblici, operazione sollecitata e richiesta dall’Ue dopo la vicenda della Grecia, però pensiamo che possa anche essere l’inizio di una fase molto impegnativa di riforme strutturali che servono al Paese”, ha detto Luigi Sbarra, segretario confederale Cisl a margine della celebrazione dei 60 anni dalla fondazione del sindacato a Genova. Sbarra ha parlato della necessità di misure rivolte a “contrastare l’oceano di evasione fiscale, di lavoro nero e di economia sommersa che dilaga”, e “per ridurre la spesa pubblica improduttiva tentando di chiedere sacrifici soprattutto ai redditi alti”, ma ha sottolineato: “Per noi diventa importante ostacolare ed eliminare qualsiasi intervento sulla spesa sociale, pensiamo alla sanità, alla scuola, alle pensioni”.
Intanto è già terminata a Palazzo Chigi la riunione con Regioni ed Enti locali. La riunione è cominciata con l’esposizione della situazione economica da parte del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Al tavolo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, oltre ai ministri Calderoli, Sacconi, Brunetta, Prestigiacomo, Fitto e Galan, i governatori guidati dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, il presidente dell’Anci Sergio Chiamparino ed il sindaco di Roma Gianni Alemanno, per le province il vicepresidente vicario Dario Galli. “È una manovra insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare”. È netto il giudizio del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, uscendo dall’incontro di Palazzo Chigi. “Serve chiarezza per fare una manovra che non sia recessiva”, ha aggiunto Errani.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)