Malattie professionali, più tutele da Inas e Filca

Malattie professionali, più tutele da Inas e Filca

Roma
Non solo infortuni. Il mondo del lavoro è funestato anche dall’insorgere di malattie professionali legate ad una serie di fattori, quali l’utilizzo di determinate materie, la ripetitività, la fatica e lo sforzo esercitati. Se ne è parlato a Roma nel corso del convegno “Tutela globale dei lavoratori e nuove forme di prevenzione delle malattie di origine professionale”, organizzato dall’Inas e dalla Filca. L’iniziativa segue di due mesi la firma di un protocollo ad hoc tra l’Istituto di assistenza sociale ed il sindacato degli edili della Cisl, che prevede attività di informazione, prevenzione e tutela per gli oltre 292.000 soci della Filca. “L’intesa è un ottimo esempio di sinergia – ha detto Nino Sorgi, presidente dell’Inas – e realizza la nostra mission, che è tutela collettiva e politica. La lotta alla mortalità sul lavoro – spiega Sorgi – non la si combatte solo con un’ora di sciopero, ma facendo attività antinfortunistica, individuando le specificità dei singoli settori per malattie professionali ed infortuni. L’Inas deve diventare una struttura orizzontale al servizio delle federazioni”. I segretari nazionali della Filca, Paolo Acciai e Franco Turri hanno sviscerato la situazione nei settori seguiti dalla categoria: edilizia, legno, cemento, lapidei e laterizi e manufatti. “Il protocollo – ha spiegato Acciai – prevede modalità di intervento e sperimentazione di sorveglianza sanitaria. Si tratta di progetti territoriali che interessano svariati settori: legno-arredamento nel Triveneto, imbottito nel distretto Bari-Matera, lapidei per Carrara e Verona, pomice in Sicilia, travertino nel Lazio e settore nautico per Pesaro-Forlì”. Turri ha illustrato i dati contenuti nella pubblicazione “Lo Scandaglio”, a cura dell’Ufficio ricerche per la salute e la sicurezza sul lavoro della Filca nazionale: “Gli infortuni mortali nei settori Filca rappresentano quasi un terzo del totale del mondo del lavoro, ma il numero degli addetti è pari solo al 12%”, ha evidenziato l’esponente sindacale. “Se nei settori industria, commercio e servizi nel periodo 2002/2006 si è verificato un morto ogni 15.462 addetti, nello stesso periodo nei settori della Filca il dato è risultato ancora più drammatico: una vittima sul lavoro ogni 6.183 addetti”. Un quadro esaustivo della situazione è stato illustrato da Annamaria De Padova, consulente medico-legale dell’Inas, che ha presentato il volume “Tumori professionali – Norme e tutele”, pubblicato da Edizioni Lavoro. Il segretario confederale della Cisl, Renzo Bellini, ha insistito sul concetto di etica della responsabilità condivisa: “Oggi – ha detto – prevale la logica del profitto esasperato, della competizione senza regole, della responsabilità personale e collettiva delle persone, della sottovalutazione del rischio. Gli individui sono utilizzati come un qualsiasi altro strumento tecnico all’interno del ciclo produttivo”. Alberto Cicinelli, Direttore generale dell’Inail, si è appellato alla classe medica: “In Italia si verificano 250mila tumori all’anno, dei quali solo una piccolissima parte denunciati a fini risarcitori. Mi appello a tutti i medici: oltre alle domande di rito, come quelle sullo stile di vita, sarebbe utilissimo chiedere ai pazienti anche il tipo di lavoro e l’ambiente nel quale operano o hanno operato, in modo da permetterci di strutturare interventi di prevenzione”. Umberto Iacono dell’Ispesl ha illustrato le numerose iniziative dell’Istituto sul tema della sicurezza sul lavoro, ma il dato più significativo nella sua drammaticità è stato quello fornito da Roberto Chelucci, esperto dell’Inas. “Quando si parla di morti sul lavoro dobbiamo tener conto di una situazione più grave e che riguarda i tumori di origine professionale, che sono circa il 5% del totale. Nel 2006 in Italia le morti di tumore sono state 172.000, il 5% è pari a 8.600! Quindi il totale delle morti per lavoro sarebbe di circa 10.000 vittime, e non 1.200. Un dato impressionante: oltre 27 persone al giorno, 820 al mese”. Domenico Pesenti, segretario generale della Filca, nel suo intervento conclusivo ha sottolineato l’importanza dell’azione sindacale: “Quando non si rispettano le regole, non si rispettano la salute e la vita delle persone. Dove c’è l’impegno sindacale, e quindi l’azione collettiva dei lavoratori, gli infortuni diminuiscono. La filosofia dell’accordo è chiara: andare a trovare i lavoratori sui luoghi di lavoro, attuare una prevenzione diretta”.

Vanni Petrelli

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