, segretario generale della Filca Cisl del Veneto, all’indomani dei provvedimenti restrittivi inflitti a 13 persone, fra cui bancari e imprenditori del Veneziano, per una maxi truffa da 4 milioni di euro sulla quale si allunga l’ombra della camorra.
Nei giorni della commemorazione dei vent’anni dalla strage mafiosa di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie e la scorta, il segretario della Filca Cisl regionale avanza la sua proposta. “Ognuno deve fare la propria parte – sottolinea Federico -. Nelle associazioni industriali e artigiane, e più in generale nel mondo associativo, non deve esserci spazio per chi non opera nella legalità dando sponda alle organizzazioni criminali, ma vanno sostenute le imprese sane che operano nella legalità e che rappresentano la stragrande maggioranza delle aziende in Veneto. Le associazioni di categoria devono cacciare fuori le imprese complici delle organizzazioni mafiose, come ha fatto e come continua a fare Ivan Lo Bello, di Confindustria Sicilia, che ha espulso diversi iscritti”.
Federico parla della necessità di una “bonifica del mondo produttivo, che vada a colpire le aziende colluse e che, con l’espulsione degli iscritti da parte delle associazioni di rappresentanza, dia il buon esempio alla politica che fa fatica a regolamentarsi da sola e ad aprire una porta verso l’etica e la legalità”. “Si continua a pensare che siano gli altri a dover fare le cose – conclude il segretario generale della Filca Cisl del Veneto -, ma nessuno ha il diritto di chiamarsi fuori: ognuno, con coerenza, ha il dovere di fare la sua parte per lo sviluppo di un Veneto che guarda all’Europa mettendo al centro legalità, responsabilità ed etica”.
“Fuori dal mondo associativo e dell’imprenditoria le imprese che danno sponda alla criminalità”. E’ l’appello lanciato da Salvatore Federico
