MAFIA, A COMO LA FILCA PIANTERA’ L’ALBERO DELLA MEMORIA

MAFIA, A COMO LA FILCA PIANTERA’ L’ALBERO DELLA MEMORIA

MAFIA, A COMO LA FILCA PIANTERA' L'ALBERO DELLA MEMORIA
MAFIA, A COMO LA FILCA PIANTERA’ L’ALBERO DELLA MEMORIA

Il 5 marzo prossimo a Como, presso i giardini lungo lago, di fianco il Monumento alla Resistenza Europea, sarà piantato con Maria Falcone l’albero della memoria, per non dimenticare la strage di Capaci e per riflettere sull’eredità lasciata da Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani agenti della Polizia di Stato. A seguire, la sorella del magistrato incontrerà gli studenti e terrà una lezione di passione civile all’ITC Caio Plinio Secondo.
L’iniziativa è stata organizzata dal “Progetto San Francesco – contro le mafie“. Si tratta del programma antimafia della Filca Cisl, della Fiba Cisl, della Cisl e del Siulp, dedicato a Nino Caponnetto. Il pool antimafia è l’ispirazione del progetto di promozione della cultura antimafia, a favore della lotta al crimine organizzato e a tutela del mondo del lavoro e dei lavoratori. Lo scorso 2 dicembre a Reggio Calabria, con la presenza di tutta la Procura guidata da Giuseppe Pignatone – presa ogni giorno ad esempio per capacità e integrità nel sacrificio per l’Italia – è stato presentato il “decalogo” contro le mafie. Ad un anno dall’avvio delle attività insieme a Maria Falcone sarà piantato un albero nella città sede della firma di inizio delle relazioni istituzionali. Quest’appuntamento pubblico (successivo allo scempio dell’altro albero piantato nel cortile del “Caio Plinio Secondo” nel maggio scorso) vuole essere l’ennesimo stimolo per proseguire in una nuova stagione di responsabilità sociale del sindacato, dalla denuncia alla responsabilità, per un federalismo della solidarietà che ponga al centro la sconfitta delle mafie, “il” problema nazionale.
La Lombardia è la terza regione italiana per beni confiscati alle mafie, la prima per esportazione di capitali verso i paradisi fiscali ed è l’area che più di ogni altra d’Italia frutta milioni di euro alla n’drangheta con lo spaccio di droga. In Lombardia è stato arrestato la prima volta – maggio 1974 – Bernardo Provenzano, e recentemente anche Gaetano Fidanzati, il rais della droga milanese e collegato al clan dell’Arenella a Palermo, a dimostrazione di un radicamento storico delle “famiglie criminali” nella regione. In ultimo basti guardare agli arresti di luglio (304 persone in un’operazione durata mesi di indagini) 2010, per comprendere realmente il fenomeno di “dialogo” criminoso tra mafie e realtà locali. La Lombardia è anche, fortunatamente, la regione del riscatto sociale, capace di attingere ad un immenso giacimento di esperienze responsabili nel mondo delle imprese, del lavoro e del volontariato. Così, anche da Como, lanciamo un appello a tutte le forze sane per il ricatto sociale ed impedire così l’affondo delle cosche. Occorre una diga culturale e sociale soprattutto adesso, in questo periodo di crisi.
“La mafia ha paura della cultura poichè sviluppa, nella società e nel singolo cittadino, gli anticorpi alle prepotenze e alle scorciatoie. La Lombardia, soprattutto nel territorio comasco, teme se stessa: per troppo tempo alcuni settori della piccola borghesia imprenditoriale hanno fatto affari con la mafia importata a causa del soggiorno obbligato, mentre la finanza ripuliva i capitali della coca e dell’edilizia mafiosa. Questo è stato possibile grazie al sonno degli intellettuali, della politica e dei protagonisti sociali, che se non dormivano sicuramente si adeguavano. A Milano, a Como, come a Palermo dove Vito Ciancimino – boss e sindaco della città – incontrava tutti e tutti dicevano che era mafioso. Tuttavia oggi la Lombardia, grazie a magistrati come Ilda Boccassini e Giuseppe Pignatone si è svegliata, vuole indietro la propria dignità sociale. Adesso i sindaci e Formigoni tolgano il massimo ribasso dagli appalti pubblici, tracciando tutta la filiera dei sub appalti, e proteggendo i lavoratori perbene dalle imprese criminali, mentre Confindustria e Assimpredil Ance butti fuori a calci gli imprenditori disonesti, come già accade in Sicilia”. Battista Villa, Segretario Filca Cisl Lombardia con Alessadro de Lisi Responsabile del Progetto San Francesco contro la mafia
All’iniziativa sarà presente anche una delegazione del comune comasco di Cermenate, con in testa il sindaco antimafia Mauro Roncoroni. A Cermenate, in una villa confiscata alla n’drangheta nascerà per volontà della Filca Cisl e del Siulp, con la Fiba Cisl, il primo centro europeo per l’alta formazione antimafia: sindacalisti, studenti, anziani, professori universitari, e banche uniti contro le mafie in Lombardia.

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