Lombardia maglia nera delle morti bianche

Lombardia maglia nera delle morti bianche

Milano
Preoccupa la situazione nei settori dell’edilizia e del legno
E’ sempre emergenza morti bianche nei cantieri lombardi. Solo negli ultimi sei mesi hanno perso la vita 16 persone. L’ultimo neanche quarantotto ore fa, a Como. Per mettere un freno ad un fenomeno che nel 2003 ha visto assegnare alla Lombardia la maglia nera delle morti bianche, con 41 decessi, i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato una vertenza regionale sulla sicurezza. La prima assemblea regionale dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali e aziendali di Filca Cisl Fillea Cgil e Feneal Uil, convocata a Milano, ha approvato un ordine del giorno che pone al primo posto degli impegni per i prossimi mesi l’avvio di un confronto con la Regione Lombardia e le altre istituzioni sui temi della prevenzione e della sicurezza. Nei prossimi giorni, inoltre, partiranno le richieste d’incontro alle associazioni regionali di categoria, Ance e Artigiani, che a un anno di distanza dalla manifestazione contro le morti bianche in edilizia continuano a ignorare la grave situazione del settore e non hanno ancora convocato un tavolo di confronto. “E’ vero che nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo avuto 16 infortuni mortali, contro i 26 dello stesso periodo del 2003, ma è ora di superare la lettura ottimistica che sottolinea i dati in calo – ha sottolineato Renzo Zavattari, segretario generale della Filca Cisl Lombardia -. In realtà siamo preoccupati per la gravità della situazione nel settore edilizia, legno e materiale da costruzione, che detiene il primato degli infortuni, compresi quelli mortali: oltre 300 casi nel corso del 2003”. Per arginare il fenomeno e programmare concrete iniziative di prevenzione, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della Lombardia hanno proposto la creazione di una task force permanente sulla sicurezza, con il coinvolgimento dell’assessorato regionale alla Sanità, alla Sicurezza, delle associazioni imprenditoriali, dei comitati paritetici, dell’Asl e dell’ufficio regionale del Lavoro. E un primo assenso è già arrivato da Susanna Cantoni, responsabile del servizio Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che nel 2003 ha visitato oltre 1.700 cantieri e da Massimo Pianese, direttore dell’Ufficio regionale del lavoro, entrambi intervenuti all’assemblea. “Un segnale senz’altro positivo, che però dovrà tradursi in fatti concreti – ha commentato Zavattari -. La situazione lombarda continua a presentare i problemi dell’anno scorso: la mancata applicazione delle leggi e delle norme di sicurezza, il diffondersi di forme di precarizzazione nei rapporti di lavoro, promosso dalle leggi del governo e dai comportamenti degli imprenditori del settore che stanno producendo una catena infinita di appalti e subappalti, contenitori di lavoro nero ed irregolare stimato attorno al 50% dell’edilizia lombarda”.

Stefania Olivieri

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