L’inflazione torna a salire. Ad agosto, secondo i dati Istat, l’indice dei prezzi segna un aumento del 3,2% su base annua rispetto al 3,1% registrato a luglio. Decisamente più lenta la crescita delle retribuzioni, invece. Sempre l’Istat, infatti, fa sapere che nel secondo trimestre le retribuzioni lorde (per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), al netto della cassa integrazione guadagni, registrano, nel complesso dell’industria e dei servizi, un incremento congiunturale dello 0,3% (dato destagionalizzato); mentre su base annua la crescita è pari allo 0,8% (dato grezzo). A livello tendenziale nello stesso periodo l’inflazione ha oscillato tra il 3,3% e il 3,2%. Tutta colpa dei carburanti, che hanno trascinato al rialzo tutto il cosiddetto carrello della spesa, cioè i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo agli stessi carburanti), raggiungendo quota 4,2%. Dati su cui riflettere quando si parla del nodo della crescita e del problema della competitività, sapendo che mentre la benzina andava alle stelle, il costo del lavoro intanto restava praticamente al palo, segnando (nel secondo trimestre dell’anno) un aumento dello 0,3% a livello congiunturale e dello 0,7% su base annua (dato grezzo). Il valore tendenziale registra così una frenata a confronto con quanto registrato nello stesso periodo dello scorso anno (+2,7%). Stesso discorso per gli oneri sociali, in aumento dello 0,1% sul piano congiunturale e dello 0,3% su quello tendenziale (nel secondo trimestre del 2011 la crescita annua era stata pari al 2,9%).
(dal sito www.conquistedellavoro.it)