LINDSAY, SINDACATI EUROPEI CONTRO COMMISSIONE UE

LINDSAY, SINDACATI EUROPEI CONTRO COMMISSIONE UE

Roma
Comunicato a firma Ces e sindacati europei di categoria
Pari salario per pari lavoro, autonomia dei sindacati, diritto di sciopero. Sono i punti fermi di una nota inviata alla Commissione europea, a firma di John Monks, segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati, e dei segretari dei sindacati europei delle maggiori categorie: edilizia e legno, metalmeccanici, miniere, chimica ed energia, tessili, abbigliamento e pelle, alimentaristi, agricoltura e turismo. Il documento prende spunto dalle dimostrazioni delle raffinerie Lindsey, in Inghilterra, teatro di scioperi e dimostrazioni contro l’esclusione di operai inglesi dai lavori per una nuova unità dell’impianto, affidati a un’azienda italiana.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Fetbb (edilizia e legno), Domenico Pesenti, tra i firmatari del documento: “Quanto avvenuto a Lindsey rivela la fragilità del modello sociale europeo, nel quale la Corte suggerisce di sostituire il principio fondamentale della legislazione comunitaria ‘pari salario per pari lavoro’ con uno antisociale di minimo salariale per pari lavoro, imbrigliando il diritto di sciopero, ed esponendo i sindacati ad azioni e danni legali nella difesa degli interessi dei loro iscritti. Ma così si rischia di fomentare una crisi sociale che andrà ad aggiungersi all’attuale crisi finanziaria ed economica in Europa”. Nella nota, inviata ai parlamentari europei, ai Commissari europei, al Presidente della Commissione europea e ai candidati all’Europarlamento (si vota nel prossimo giugno) si chiede di adoperarsi per la revisione della direttiva sul distacco dei lavoratori e l’inclusione di un protocollo per il progresso sociale in appendice ai Trattati dell’Unione. “Noi non intendiamo rispondere a queste politiche della paura – conclude Pesenti – in cui le legittime rivendicazioni sociali di parità di trattamento e di pari salario per pari lavoro sono continuamente infangate e tacciate di xenofobia e protezionismo. Preferiremmo invece invitare i nostri leader politici a tornare sui banchi di scuola a ripassare i principi fondatori dell’integrazione europea e della creazione del welfare”.

Vanni Petrelli

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