Roma
Raccolta di fondi per il Memoriale italiano di Auschwitz
Oggi a Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia in via San Francesco di Sales 25, è avvenuta la consegna dei fondi per la conservazione e la valorizzazione del Memoriale italiano di Auschwitz organizzata dai sindacati di categoria Filca- Fillea- Feneal regionale, nazionale e territoriale. La consegna è avvenuta con il contributo degli Enti Paritetici e delle casse edili di Roma, Viterbo, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, l’Edilcassa del Lazio, la Fillea, la Filca e la Feneal nazionali ,regionali del Lazio e territoriali.
La cerimonia, tra le altre cose,ha avuto anche il compito di comunicare la memoria della storia , del Memoriale italiano oltre alla consegna dei fondi per il cantiere ” Blocco 21″, memoriale in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio avvenuti nel blocco 21 del campo di Auschwitz, voluto e allestito dall’Associazione Nazionale Deportati.
Il campo di Auschwitz conobbe l’impiego schiavistico della manodopera e lo sterminio più risoluto attraverso il lavoro. La scritta “Arbeit macht frei”( che in tedesco significa “Il lavoro rende liberi”), è l’ironico e crudele messaggio di benvenuto posto all’ingresso del campo. Il serrato ritmo del lavoro uccideva, sterminava, toglieva dignità.
Il segretario generale della Filca Cisl del Lazio, Paolo Ivano Cuccello, ricordando le parole di Primo Levi nel libro ” Se questo è un uomo”, “Visitatore ,osserva le vestigia di questo campo e medita: …,fa che il tuo viaggio non sia stato inutile, che non sia stata inutile la nostra morte…fa’che il frutto orrendo dell’odio, di cui hai visto qui le tracce, non dia nuovo seme né domani né mai” ha dichiarato: “Con queste parole siamo ripartiti da Auschwitz ed abbiamo iniziato il nostro lavoro.
Ora tocca a noi prendere il testimone e radicare quella memoria nella nostra quotidianità, attraverso semplici gesti ed iniziative. Questo è lo spirito con cui abbiamo organizzato la raccolta dei fondi per salvaguardare e valorizzare il Memoriale degli italiani ad Auschwitz, realizzato per testimoniare della deportazione italiana e così continuare in quel passaggio di memoria che l’opera intende realizzare”.
Amedeo Ciotti